Libro di Cielo - Volume 12°

Maggio 2, 1917 (7)

Come Gesù moriva a poco a poco.

Trovandomi nel solito mio stato, stavo lamentandomi col mio dolce Gesù delle sue privazioni dicendogli:

“Amor mio, chi poteva mai pensarlo che la tua pri­vazione mi doveva costar tanto? Mi sento morire a poco a poco; ogni mio atto è una morte che sento, perché non trovo la vita. Ma morire e vivere è più crudele ancora, anzi è doppia morte”.

Ed il mio amabile Gesù alla sfuggita è venuto e mi ha detto:

“Figlia mia, coraggio e fermezza in tutto. E poi non vuoi imitarmi? Anch’io morivo a poco a poco. Come le creature mi offendevano nei passi, io sentivo lo strappo nei miei piedi, ma con tale acerbità di spasimo, atto a darmi morte; e mentre mi sentivo morire, pure non morivo. Come mi offendevano con le opere, io sentivo la morte nelle mie mani, ed allo strazio crudele io mi sentivo mancare, ma la Volontà del Padre mi sosteneva; morivo e non morivo. Come le voci cattive, le bestem­mie orrende delle creature si ripercuotevano nella mia voce, io mi sentivo soffocare, strozzare la parola, attos­sicare, e sentivo la morte nella mia voce, ma non morivo. 

Ed il mio straziato cuore? Come palpitavo, sentivo nel mio palpito le vite cattive, le anime che si strap­pavano, ed il mio cuore era in continuo strappo e laceramenti. Agonizzavo e morivo continuamente in ogni creatura, in ogni offesa; eppure l’amore, il Volere Di­vino mi costringeva a vivere. Ecco perciò il tuo morire a poco a poco: ti voglio insieme con me, voglio la tua compagnia nelle mie morti. Non ne sei contenta?”

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