Settembre 4, 1918 (61)
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù appena è venuto, e mi ha detto:
“Figlia mia, le creature vogliono sfidare la mia giustizia, non vogliono arrendersi, e perciò la mia giustizia fa il suo corso contro le creature, e queste di tutte le classi, neppure quelli che si dicono miei ministri, e forse più degli altri. Che veleno tengono ed avvelenano chi gli avvicina! Invece di mettere me nelle anime vogliono mettersi loro, vogliono farsi circondare, farsi conoscere, ed io ne resto da parte.
Il[1] loro contatto velenoso invece di raccogliere le anime me le distraggono, invece di ritirate le rendono più libere, più difettose, tanto che si veggono anime, che non hanno contatto con loro, più buone, più ritirate. Sicché non posso fidarmi di nessuno, sono costretto a permettere che i popoli vadano lontano dalle chiese, dai sacramenti, affinché il loro contatto non me le avveleni di più e le renda più cattive. Il mio dolore è grande, le piaghe del mio cuore sono profonde. Perciò prega e, unita con quei pochi buoni che ci sono, compatisci il mio acerbo dolore”.
[1] Al
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta