Libro di Cielo - Volume 12°

Agosto 7, 1918 (58) 

La consumazione di Gesù nell’anima.

Mi lamentavo con Gesù della sua privazione e dicevo tra me: “Tutto è finito, che giorni amari! Il mio Gesù si è eclissato, si è ritirato da me; come posso più vivere?” Mentre ciò ed altri spropositi dicevo, il mio sempre ama­bile Gesù, con una luce intellettuale che da lui mi veni­va, mi ha detto:

“Figlia mia, la mia consumazione sulla croce conti­nua ancora nelle anime. Quando l’anima è ben disposta e mi da vita in sé, io rivivo in lei come dentro la mia umanità. Le fiamme del mio amore mi bruciano, sento le smanie di attestarlo alle creature e di dire: ‘Vedete quanto vi amo, non sono contento di essermi consumato sulla croce per amore vostro, ma voglio consumarmi in quest’anima, per amor vostro, che mi ha dato vita in sé’.

E perciò faccio sentire all’anima la consumazione della mia vita in lei. L’anima si trova come alle strette, soffre agonie mortali, non sentendo più la vita del suo Gesù in lei si sente consumare; come sente mancare la mia vita in lei, di cui era abituata a vivere, si dibatte, trema, quasi come la mia umanità sulla croce quando la mia Divinità sottraendole la forza la lasciò morire.

Questa consumazione nell’anima non è umana, ma tutta divina, ed io sento la soddisfazione come un’altra mia vita divina si fosse consumata per amor mio, come difatti non è la sua vita che si è consumata, ma la mia che più non sente, più non vede e le sembra che io sia morto per lei. Ed alle creature rinnovo gli effetti della mia consumazione e all’anima le raddoppio la grazia e la gloria; sento il dolce incanto, le attrattive della mia umanità che mi faceva fare quello che io volevo. Perciò lasciami fare anche tu ciò che voglio in te, lasciami libero ed io svolgerò la mia vita”.

Un altro giorno mi lamentavo ancora e gli dicevo: “Come, mi hai lasciato?” E Gesù serio ed imponente mi ha detto:

“Zitta, non dire spropositi. Non ti ho lasciato, sto nel fondo dell’anima tua, perciò non mi vedi, e quando mi vedi è perché esco alla superficie della tua anima. Non ti distrarre, io ti voglio tutta intenta in me per poterti te­nere a bene di tutti”.

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