Libro di Cielo - Volume 12°

Giugno 14, 1918 (51) 

Lamenti di Gesù sull’amore.

Continuando, una sera, dopo aver scritto, il mio dolce Gesù è venuto e mi ha detto:

“Figlia mia, ogni qual volta scrivi, il mio amore rice­ve un piccolo sfogo, un contento di più, e mi sento più tirato a comunicarti le mie grazie. Sappi però che quando non tutto scrivi oppure sorvoli sulle mie intimità con te, sullo sfoggio del mio amore, io mi sento come tradito, perché in quello sfoggio d’amore, in quelle mie intimità con te io cercavo non solo di attirare te a più conoscermi ed amarmi, ma anche quelli che avrebbero letto le mie intimità d’amore, per ricevere anche da loro un amore di più. E non scrivendo tu, questo amore non l’avrò ed io ne rimango come contristato e tradito”.

Ed io: “Ah, mio Gesù, ci vuole uno sforzo per mettere su carta certi segreti e intimità con te! Pare che si voglia uscire dall’ordine degli altri”.

E Gesù: “Ah, sì, questa è la debolezza di tutti i buoni, che per umiltà, per timore mi negano l’amore, e nascon­dendosi loro vogliono nascondere me, invece dovreb­bero manifestare il mio amore per farmi amare; ed io rimango sempre il Gesù tradito nell’amore anche dai buoni”.

<          >