Libro di Cielo - Volume 12°

Novembre 20, 1917 (26)

Parla dei castighi. Come la Divina Volontà rende l’anima trasparente.

Continuando il mio stato ancor più doloroso, il mio sempre amabile Gesù viene e fugge come lampo e non mi dà il tempo neppure di pregarlo per i tanti mali che la povera umanità subisce, specie la mia cara patria. Che colpo al mio cuore l’entrata degli stranieri in essa! Cre­devo che Gesù me l’avesse detto prima per farmi prega­re e, se venendo lo prego, mi dice: “Sarò inesorabile”.

E se lo presso col dirgli: “Gesù, non vuoi avere com­passione? Non vedi come i paesi sono distrutti, come la gente rimane nuda e digiuna? Ah, Gesù, come ti sei fatto duro!”E lui mi risponde:

“Figlia mia, a me non premono le città, le grandezze della terra, ma mi premono le anime. Le città, le chiese ed altro, dopo distrutte si potranno rifare. Nel diluvio non distrussi io tutto? E poi non si rifece di nuovo? Ma le anime se si perdono è per sempre, non vi è chi me le ridà di nuovo. Ah! Io piango le anime; per la terra hanno disconosciuto il cielo, ed io distruggerò la terra, farò scomparire le cose più belle che come laccio legano l’uomo”.

Ed io: “Gesù, che dici?”

E lui: “Coraggio, non ti abbattere. Andrò avanti, e tu vieni nel mio Volere, vivi in esso, affinché la terra non più sia tua abitazione, ma la tua abitazione sia proprio io, e così starai del tutto al sicuro. Il mio Volere tiene il potere di rendere l’anima trasparente, e siccome l’anima è trasparente, ciò che io faccio si riflette in lei. Se io penso, il mio pensiero si riflette nella sua mente e si fa luce, ed il suo come luce si riflette nel mio; se guardo, se parlo, se amo, ecc., come tante luci si riflettono in lei e lei in me. Sicché stiamo in continui riflessi, in co­municazione perenne, in amore reciproco; e siccome io mi trovo dappertutto, i riflessi di queste anime mi giun­gono in cielo, in terra, nell’ostia sacramentale, nei cuori delle creature, dovunque e sempre. Luce do e luce mi mandano, amore do ed amore mi danno; sono le mie abitazioni terrestri dove mi rifugio dallo schifo delle al­tre creature.

Oh, il bel vivere nel mio Volere! Mi piace tanto, che farò scomparire tutte le altre santità sotto qualunque altro aspetto di virtù nelle future generazioni, e farò ri­comparire la santità del vivere nella mia Volontà, che sono e saranno non le santità umane, ma divine; e la loro santità sarà tanto alta, che come soli eclisseranno le stelle più belle dei santi delle passate generazioni. Per­ciò voglio purgare la terra, perché indegna di questi portenti di santità”. 

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