Libro di Cielo - Volume 12°

Luglio 18, 1917 (15)

L’anima che fa la Divina Volontà vive di Gesù ed a sue spese.

Continuando il mio solito stato, cercavo di riversarmi tutta nel Santo Voler di Gesù e lo pregavo che si river­sasse tutto in me in modo da non sentire più me stessa, ma tutto Gesù; ed il benedetto Gesù è venuto e mi ha detto:

“Figlia mia, quando l’anima vive della mia Volontà e tutto ciò che fa lo fa nel mio Volere, io me la sento dap­pertutto: me la sento nella mente, i suoi pensieri scorro­no nei miei; e come io diffondo la vita dell’intelligenza nelle creature, essa si diffonde insieme con me nelle menti delle creature, e come mi vede offendere, essa sente il mio dolore. Me la sento nel mio palpito, anzi vi sento un palpito in due[1] nel mio cuore; e come il mio amore si riversa nelle creature, essa si riversa insieme con me ed ama con me e, se non sono amato, essa mi ama per tutti per contraccambiarmi nell’amore e mi consola. Nei miei desideri sento il desiderio dell’anima che vive del mio Volere, nelle opere sento le sue, in tutto; sicché può dire che vive di me, a mie spese”.

Ed io: “Amor mio, tu fai tutto da te stesso e non hai bisogno della creatura. Perché dunque ami tanto che la creatura viva nel tuo e del tuo Volere?”

E Gesù: “Certo che di nulla faccio[2] bisogno e fo tutto da me stesso, ma l’amore per aver vita vuole il suo sfo­go. Supponi un sole che non ha bisogno di luce, è suf­ficiente per sé e per altri; ma pure, stando altre piccole luci, ad onta che non ha bisogno, le vuole in sé come compagnia, come[3] sfogarsi e come ingrandire le piccole luci. Quale torto non farebbero le piccole luci se si rifiutassero? Ah! Figlia mia, la volontà quando è sola è sempre sterile; l’amore, [da] solo, languisce e si spegne. Ed io amo tanto la creatura, che la voglio unita con la mia Volontà per renderla feconda, per darle vita d’amo­re; ed io trovo il mio sfogo, perché solo per sfogarmi nell’amore ho creato la creatura, non per altro, e perciò questo è tutto il mio impegno”.

 



[1] un palpito in due, cioè: un duplice palpito

[2] ho

[3] per

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