Libro di Cielo - Volume 11°

Agosto 15, 1914 (78)

L’anima mitiga i dolori di Gesù.

Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, fuori del suo solito che tiene con me in questo periodo della mia vita, cioè che se viene è per poco, alla sfuggita ed a lampo, e quasi con la totale cessazione delle sofferenze che nel venire mi comunicava - il solo suo Santo Volere è quello che mi supplisce per tutto - onde questa mattina è venuto, trattenendosi parecchie ore, ma in uno stato che faceva piangere le pietre: tutto si doleva ed a tutte le parti della sua Santissima Umanità voleva essere lenito; pareva che se ciò non fosse, [egli] il mondo lo ridurrebbe ad un mucchio, pareva che non voleva andarsene per non vedere le stragi ed i gravi spettacoli del mondo, e che quasi lo costringevano a fare cose peggiori. Ond’io me lo sono stretto, e volendolo lenire mi fondevo nella sua intelligenza per potermi trovare in tutte le intelligenze delle creature e così dare ad ogni pensiero cattivo il mio pensiero buono per riparare e per lenire tutti i pensieri offesi di Gesù; così mi fondevo nei suoi desideri, per potermi trovare in tutti i desideri cattivi delle creature, per mettere il mio desiderio buono per lenire i desideri offesi di Gesù, e così di tutto il resto. Onde dopo che l’ho lenito parte per parte, come se si fosse rinfrancato mi ha lasciato.

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