Libro di Cielo - Volume 11°

Agosto 12, 1915 (100)

Minacce di Gesù. La durezza dei popoli e come vogliono essere toccati nella propria pelle per arrendersi a Dio.

Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù per poco è venuto dicendomi:

“Figlia mia, quanto sono duri i popoli! Il flagello della guerra non basta, la miseria non è dose sufficiente per arrenderli, sicché vogliono essere toccati nella propria pelle, altrimenti non si giunge. Non vedi come trionfa la religione sul campo di battaglia? E perché? Perché sono toccati nella propria pelle. Ecco perciò la necessità che non ci sarà paese che non sarà preso nella rete, chi in un modo chi in un altro, ma quasi tutti saranno esposti ad essere toccata la[1] propria pelle. Io non voglio farlo, ma la loro durezza mi costringe”.

E nel dire ciò piangeva; io piangevo insieme e lo pregavo che facesse arrendere i popoli senza strage e sangue e che tutti si salvassero, e Gesù:

“Figlia mia, nell’unione dei nostri Voleri sarà tutto racchiuso. La tua volontà correrà insieme con la mia ed impetrerà grazia sufficiente per salvare anime, il tuo amore correrà nel mio, i tuoi desideri, il tuo palpito correrà nel mio e chiederà con un palpito eterno: ‘Anime’. Tutto questo formerà una rete intorno a te ed a me, che[2] resteremo come intessuti dentro, e questo servirà come baluardo di difesa, che mentre difenderà me, resterai tu difesa da qualunque pericolo. Quanto mi è dolce sentire nel mio palpito un palpito di creatura che dice nel mio: ‘Anime, anime!’ Mi sento come incatenato e vinto, e cedo”.

 



[1] toccata la, cioè: toccati nella

[2] nella quale

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