Libro di Cielo - Volume 4°

Gennaio 30, 1901 (52)

Le virtù, i meriti di Gesù, sono tante torri di fortezza, in cui ognuno può appoggiarsi nel cammino della via per l’eternità. Il veleno dell’interesse.

Questa mattina nel venire il benedetto Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, in mezzo a tante persone di diverse condizioni: sacerdoti, monache, secolari; e Gesù movendo il suo doloroso lamento ha detto:

“Figlia mia, il veleno dell’interesse è entrato in tutti i cuori e come spugna ne sono restati inzuppati di questo veleno. Questo veleno pestifero è penetrato nei monasteri, nei sacerdoti, nei secolari. Figlia mia, ciò che non cede alla luce della verità ed alla potenza della virtù, innanzi ad un vilissimo interesse cede, e le virtù più sublimi ed eccelse, innanzi a questo veleno, come fragile vetro cadono frantumate”.

E mentre ciò diceva, piangeva amaramente. Or chi può dire lo strazio dell’anima mia nel vedere piangere il mio amorosissimo Gesù? Non sapendo che fare per farlo cessare dal piangere, ho detto degli spropositi: “Mio caro, deh, non piangere! Se gli altri non ti amano, ti offendono ed hanno gli occhi abbacinati dal veleno del­l'interesse in modo che ne restano tutti imbevuti, sto io che ti amo, ti lodo e guardo come immondezze tutto ciò che è terreno, e non aspiro che in te; quindi dovresti restarne contento nel mio amore e cessare dal piangere, e se vi sentite amareggiato versatele a me, che ne sono più contenta, anziché vedervi piangere”.

Nel sentirmi ha cessato dal piangere, e versato un poco e poi mi ha partecipato i dolori della croce, e dopo ha soggiunto:

“Le mie virtù ed i meriti acquistati per l’uomo nella mia passione, sono tante torri di fortezza in cui ognuno può appoggiarsi nel cammino della via per l’eternità, ma l’uomo ingrato sfuggendo da queste torri di fortezza s’appoggia al fango, e si conduce per la via della perdizione”.

Onde Gesù è scomparso ed io mi son trovata in me stessa.

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