Novembre 8, 1900 (28)
Continuando [Gesù] i suoi soliti indugi nel venire, io ne sentivo tutto il peso della sua privazione, quando tutto all’improvviso è venuto e senza sapere il perché mi ha rivolto questa interrogazione:
“Mi sapresti tu dire perché l’ubbidienza è tanto glorificata, e ne riporta tanto onore da improntare nell’anima l’immagine divina?”
Io tutta confusa non ho saputo che rispondere, ma il benedetto Gesù, con una luce intellettuale che mi mandava, mi ha risposto lui stesso, e siccome è per mezzo di luce e non di parole, non ho vocaboli come esprimerli; ma l’ubbidienza vuole che mi provi, se mi riesce a scriverlo; credo che farò dei grossi spropositi e scriverò cose che non concorderanno insieme, ma metto tutta la mia fede nell’ubbidienza, specialmente ché son cose che la riguardano direttamente, ed incomincio a provarmi.
Onde pareva che [Gesù] mi dicesse che l’ubbidienza è tanto glorificata perché ha virtù di svellere, fin dalle radici, le passioni umane, distrugge nell’anima tutto ciò che è terreno e materiale, e con suo grande onore restituisce all’anima il suo primiero stato, cioè come fu creata da Dio nella giustizia originale, cioè prima d’essere cacciata dall’Eden terrestre. Ed in questo sublime stato l’anima si sente tirata fortemente a tutto ciò ch’è bene, si sente connaturato con sé tutto ciò che è buono, santo e perfetto, con un orrore grandissimo anche all’ombra del male. Con questa natura felice ricevuta dall’espertissima mano dell’ubbidienza, l’anima non prova più difficoltà ad eseguire i comando ricevuti, molto più che, chi comanda, sempre il buono deve comandare. Ed ecco come l’ubbidienza sa improntare bene l’immagine divina, non solo, ma cambia la natura umana nella divina, perché come Dio è buono, santo e perfettissimo ed è portato a tutto ciò che è buono, ed odia sommamente il male, così l’ubbidienza ha virtù di divinizzare l’umana natura e di farle acquistare le proprietà divine; e quanto più l’anima si lascia maneggiare da questa espertissima mano, tanto più acquista di divino, e distrugge l’essere proprio.
“Ed ecco perciò è tanto glorificata ed onorata, tanto che io stesso mi sottoposi a lei, e ne restai onorato e glorificato, e restituii per mezzo suo l’onore e la gloria a tutti i miei figli che per la disubbidienza avevano perduto”.
Questo su per giù ho saputo manifestare, il resto me lo sento nella mente, ma mi mancano le parole, perché è tanta l’altezza del concetto di questa virtù, che il mio povero linguaggio umano non sa adattarsi a farne parole…
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta