Libro di Cielo - Volume 4°

Ottobre 31, 1900 (26)

“La medicina più salutare ed efficace negli incontri più tristi della vita è la rassegnazione”.

Trovandomi nel solito mio stato, mi son sentita fuori di me stessa ed ho trovato la Regina Mamma; appena vistomi ha incominciato a parlare della giustizia, come sta per cozzare con tutto il furore contro le genti; ha detto tante cose sopra di ciò, ma non ho vocaboli come esprimerle, ed in questo mentre vedevo tutto il cielo pieno di punte di spade contro il mondo. Poi ha soggiunto:

“Figlia mia, tu tante volte hai disarmato la giustizia divina e ti sei contentata di ricevere sopra di te i suoi colpi. Ora che la vedi al colmo del furore, non ti avvilire, ma sii coraggiosa, con animo pieno di santa fortezza, entra in essa giustizia e disarmala, non aver timore delle spade, del fuoco e di tutto ciò che potrai incontrare; per ottenere l’intento, se ti vedi ferita, battuta, scottata, rigettata, non darti indietro, ma ti sia piuttosto sprone come tirare innanzi. Vedi, a ciò fare son venuta io in tuo aiuto, col portarti una veste, la quale indossandola l’ani­ma tua, acquisterai coraggio e fortezza a nulla temere”.

Detto ciò, da dentro il suo manto ha uscito[1] una veste intessuta di oro screziato a vari colori ed ha vestito l’anima mia, poi mi ha dato il suo Figlio, dicendomi:

“Ed ecco che per pegno del mio amore ti do in custodia il mio carissimo Figlio, acciocché lo custodisca, l’ami e lo contenti in tutto; cerca di fare le mie veci, acciò trovando in te tutto il suo contento, lo scontento che gli danno gli altri non gli possa dare tanta pena”.

Chi può dire quanto sono restata felice e fortificata nell’essere vestita da quella veste, e con l’amoroso pegno fra le mie braccia? Felicità più grande non potrei certo più desiderare.

Onde la Regina Mamma è scomparsa ed io son rimasta col mio dolce Gesù. Abbiamo girato un poco la terra, e tra tanti incontri ci siamo incontrati con un’anima data in preda alla disperazione. Avendone compassione ci siamo avvicinarti e Gesù ha voluto che io le parlassi per farle comprendere il male che faceva. Con una luce che Gesù stesso m’infondeva, le ho detto:

“La medicina più salutare ed efficace negli incontri più tristi della vita è la rassegnazione. Tu col disperarti, invece di prendere la medicina ti stai prendendo il veleno come uccidere l’anima tua. Non sai tu che il rimedio più opportuno a tutti i mali, la cosa principale che ci rende nobili, ci divinizza, ci rassomiglia a Nostro Signore, ed ha virtù di convertire in dolcezza le stesse amarezze, è la rassegnazione? Che cosa fu la vita di Gesù sulla terra, se non continuare il Volere del Padre, e mentre stava in terra, stava unito col Padre in cielo? Così l’anima rassegnata, mentre vive in terra, l’anima e la volontà sua sta unita con Dio nel cielo. Si può dare cosa più cara e desiderabile di questa?” Quell'anima, come scossa, ha cominciato a calmarsi, ed io insieme con Gesù ci siamo ritirati. Sia tutto per gloria [di] Dio e sempre benedetto.



[1] estratto

<          >