Libro di Cielo - Volume 4°

Maggio 16, 1902 (129)

Due stati sublimi.

Questa mattina dopo aver molto stentato, è venuto il mio dolcissimo Gesù, ed io appena visto me lo sono stretto tanto e gli ho detto:

“Caro mio Bene, questa volta ti stringerò tanto da non farti più sfuggire”.

In questo mentre mi son sentita tutta riempita di Dio, come se fossi inondata, in modo che le mie potenze dell’anima sono restate come incantate ed inoperose, solo che guardavano. Dopo essere stata qualche poco in questa inoperosa, ma dolce e gradita posizione, il mio adorabile Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, alcune volte riempio tanto di me stesso l’anima, che l’anima sperdendosi in me resta come oziosa; altre volte le lascio qualche parte vuota ed allora l’anima, innanzi alla mia presenza, vi traffica mirabilmente, e rompendo in atti di lode, di ringraziamento, d’amore, di riparazione ed altro, in modo che riempie di questi [atti], quei vuoti che le lascio. Ma però questi due stati sono ambedue sublimi, e si danno a vicenda la mano”.

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