Libro di Cielo - Volume 4°

Settembre 22, 1900 (12)

Per quante volte si dispone a fare il sacrificio della morte, altrettante volte Gesù le ridona il merito come se realmente morisse.

Trovandomi tutta oppressa ed afflitta, nel venire il mio adorabile Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, perché te ne stai tutta immersa nella tua afflizione?”

Ed io: “Ah, diletto mio, come non debbo stare afflitta se non mi volete ancora portare con voi, e mi lasciate più a lungo su questa terra?”

E lui: “Ah, no, non voglio che tu respiri quest’aria mesta, perché tutto ciò che ho messo dentro e fuori di te, tutto è santo; tanto vero che se si avvicina a te qualche cosa o persona che non è retta e santa, tu ne senti fastidio avvertendo subito la puzza contraria, di ciò che non è santo. Ora perché vorresti adombrare con questa aria di mestizia ciò che ho messo dentro di te? Sappi però che ogni qualvolta ti disponi a fare il sacrifizio della morte, altrettante volte ti ridòno il merito come se realmente morissi; e questo ti deve essere di gran consolazione, molto più che ti conformi a me maggiormente, ché la mia vita fu un continuo morire”.

Ed io: “Ah, Signore, non mi pare che la morte sia un sacrifizio, anzi sacrifizio mi pare la vita!” E volendo [io] più dire è scomparso.

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