Marzo 16, 1902 (119)
Oh, quanto si stenta per farlo venire un poco! È un continuo crepacuore e timore, [che] ancora più non viene. Oh, Dio, che pena! Non so come si vive, sebbene si vive morendo. Onde per poco si è fatto vedere in uno stato compassionevole, con un braccio troncato; tutto afflitto mi ha detto:
“Figlia mia, vedi che mi fanno le creature; come vuoi tu che non li castighi?”
E mentre ciò diceva, pareva che prendesse una croce alta, le di cui braccia pendevano da[1] sei o sette città, e succedevano diversi castighi. Nel vedere ciò ho molto sofferto, e lui volendomi distrarre da quella pena ha soggiunto:
“Figlia mia, tu soffri molto quando ti privo della mia presenza; questo di necessità ti deve succedere, perché essendo stata per tanto tempo vicina, immedesimata col contatto della Divinità, e quindi hai[2] goduto a tuo bell'agio tutto il piacevole della luce divina; e quanto più uno ha goduto luce, tanto più sente la privazione di detta luce, e le noie, i fastidi e le pene che portano con sé le tenebre”.
Poi ha ripetuto: “Però la cosa principale d’ognuno è che in ogni suo pensiero, parola ed opera, non cerchi il comodo proprio né la stima ed il piacere altrui, ma [il] solo ed unico piacere di Dio”.
[1] su
[2] e quindi hai, cioè: hai
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta