Libro di Cielo - Volume 4°

Settembre 5, 1900 (1)

La speranza, alimento dell’amore.

Siccome nei giorni passati non tanto si faceva vedere il mio adorabile Gesù, mi sentivo diffidente sulla speranza di riacquistarlo di nuovo; anzi mi credevo che tutto era finito per me, visite di Nostro Signore e stato di vittima. Ma questa mattina nel venire il benedetto Gesù, portava un’orribile corona di spine, e si è messo a me vicino tutto lamentandosi in atto di volere un ristoro. Ond’io gliel’ho tolta pian piano e per dargli più gusto l’ho messa sulla mia testa. Dopo poi mi ha detto:

“Figlia mia, il vero amore è quando è sostenuto dalla speranza, e dalla speranza perseverante, perché se oggi spero e domani no, l’amore si rende infermo, ché essendo l’amore alimentato dalla speranza, per quanto alimento gli somministra tanto più si rende più forte, più robusto, più vivo l’amore; e se questo [alimento] viene a mancare, prima s’inferma il povero amore rimanendo solo, senza sostegno, finisce col morire del tutto. Perciò, per quanto grandi siano le tue difficoltà, mai neppure per un momento devi scostarti dalla speranza col timore di perdermi; anzi devi fare in modo che la speranza, superando tutto, ti faccia trovare sempre unita con me, ed allora l’amore avrà perpetua vita”.

Dopo ciò ha seguitato a venire senza dirmi più niente.

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