Libro di Cielo - Volume 3°

Luglio 2, 1900 (90)

Una croce risplendente mette in fuga una procella

Continuo a starmi amareggiata ed afflitta come una stupida. Questa mattina non era venuto affatto. È venuto il confessore ed ha messo l’intenzione della crocifissione; in primo il benedetto Gesù non concorreva, onde dopo averlo pregato che si benignasse di farmi ubbidire, quando appena mi si faceva vedere e mi ha detto: “Che vuoi? Perché volermi fare violenza per forza una volta che è necessario castigare i popoli?”

Ed io: “Signore, non sono io, è l’ubbidienza che così vuole”.

E lui: “Ebbene, quando è l’ubbidienza ti voglio partecipare la mia crocifissione e frattanto voglio ristorarmi un poco”.

Mentre ciò diceva mi ha partecipato i dolori della croce, e mentre io soffrivo Gesù si è messo vicino a me e pareva che si ristorasse alquanto. Ora mentre mi trovavo in questa posizione, insieme con lui, mi ha fatto vedere nell'aria che da una parte veniva una nube, ma che al sol vederla metteva terrore e spavento, e tutti dicevano: “Questa volta moriamo”. Mentre tutti stavano atterriti, si è sollevata da mezzo a me e Gesù una croce risplendente, che facendosi contra a questa procella l’ha messa in fuga in gran parte (pare che fosse un uragano accompagnato da fulmini, che trascinava con sé le fabbriche), tanto che pareva che le genti si calmavano, e la croce che l’ha fugato in gran parte, mi pareva che fosse il piccolo mio patire che Gesù mi ha partecipato.

Sia benedetto il Signore e tutto sia per la sua gloria ed onore.

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