Libro di Cielo - Volume 3°

Giugno 20, 1900 (85)

L’umiltà più sublime è quella di perdere ogni ragione e di non discorrere sul perché e sul come.

Questa mattina, trovandomi fuori di me stessa e non trovando il mio sommo Bene, ho dovuto girare e rigirare in cerca di lui. Quando mi sono stancata [fino] a sentirmi venir meno, me lo son sentito dietro le spalle, che mi sorreggeva. Onde ho distesa la mano e l’ho tirato innanzi dicendogli: “Diletto mio, sai che non posso stare senza di te! Eppure mi fai tanto aspettare fino a venir meno. Dimmi almeno qual ne è la causa? Dove ti ho offeso, che mi sottoponi a strazi così crudeli e a martìri così dolorosi qual è la tua privazione?”

E Gesù interrompendo il mio dire mi ha detto: “Figlia mia, figlia mia, non accrescere più lo strazio al mio cuore esacerbato al sommo, trovandosi in continua lotta per le violenze che continuamente tutti mi fanno: violenza mi fanno le iniquità degli uomini, che attirando su di loro la giustizia mi sforzano a castigarli; e la giustizia cozzandosi in continua lotta con l’amore che ho verso gli uomini, mi straziano il cuore in modo sì doloroso da farmi morire continuamente. Violenza mi fai tu, che venendo io e conoscendo tu i castighi che sto facendo, non te ne stai quieta, no, ma mi sforzi, mi fai violenza, e non vuoi che castighi; e conoscendo io che tu non puoi fare diversamente alla mia presenza, per non esporre il cuore ad una lotta più fiera mi astengo dal venire. Perciò non volermi violentare a farmi venire per ora, lasciami sfogare il mio furore e non volere accrescere le mie pene col tuo parlare.

Del resto non voglio che ci pensi, perché l’umiltà più sublime è quella di perdere ogni ragione e di non discorrere sul perché e come, ma di disfarsi nel proprio nulla; e mentre sta ciò facendo, senza avvedersi si trova dispersa in Dio, e ciò produce nell'anima l’unione più intima, l’amore più perfetto verso il sommo Bene; però con sommo vantaggio dell’anima, perché perdendo la propria ragione acquista la ragione divina; e perdendo ogni discorso sul conto proprio, cioè se fredda o calda, se favorevoli o avverse le cose che le succedono, non se ne interesserà ed acquisterà un linguaggio tutto celeste e divino. Oltre di ciò l’umiltà produce nell'anima una veste di sicurezza, onde involta in questa veste di sicurezza, l’anima se ne sta nella calma più profonda, tutta abbellendosi per piacere al suo diletto e amato Gesù”.

Chi può dire quanto sono rimasta sorpresa da questo suo parlare? Non ho avuto una parola per rispondergli; dopo è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa, quieta sì, ma al sommo afflitta, prima per le afflizioni e le lotte in cui si trovava il mio caro Gesù e poi per timore che ancor non ci venisse. Chi potrà resistere? Come farò a sopportare me stessa per la sua assenza? Ah, Signore, datemi la forza per sopportare sì duro martirio, è tanto insopportabile alla mia povera anima! Del resto, dite quel che volete, che da me non lascerò nessun mezzo, tenterò tutte le vie, userò tutti gli stratagemmi come tirarvi a venire.

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