Libro di Cielo - Volume 3°

Maggio 24, 1900 (74)

“Diletta mia, portami dei fiori e circondami tutto, che mi sento languire d’amore”.

Trovandomi molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, al più si faceva vedere ad ombra ed a lampo, sento proprio che non posso tirare più innanzi se lui vuole continuare più oltre. Onde trovandomi nel som­mo dell’afflizione, per un poco si è fatto vedere tutto stanco, come se avesse bisogno di un ristoro, e menando le sue braccia al mio collo mi ha detto:

“Diletta mia, portami dei fiori e circondami tutto, che mi sento languire d’amore. Figlia mia, l’odoroso profumo dei tuoi fiori mi sarà di ristoro e vi porrà un rimedio ai miei mali, che[1] languisco e vengo meno”.

Ed io subito ho soggiunto: “E voi, diletto mio Gesù, datemi dei frutti, che l’ozio e lo scarso patire aumentano talmente il mio languire, che vengo meno fino a sentirmi morire. Ed allora non solo dei fiori, ma potrò darvi dei frutti per poter maggiormente ristorare il vostro languire”.

E Gesù ha ripreso il suo dire e mi ha detto: “Oh, come ci combiniamo bene! Non è vero? Pare che il tuo volere è uno col mio”.

Per un momento pare che sono rimasta sollevata, come se volesse cessare lo stato in cui mi trovavo; ma dopo poco mi son trovata immersa nello stesso letargo di prima, priva del mio sommo Bene, abbandonata e sola.



[1] per i quali

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