Libro di Cielo - Volume 3°

Aprile 25, 1900 (64)

La purità nell'operare è tanto grande che chi opera per il solo fine di piacermi non fa altro che mandare luce in tutto il suo operare

Trovandomi fuori di me stessa, e non trovando il mio dolce Gesù, ho dovuto girare molto per andare in cerca di lui; alla fine l’ho trovato in braccio alla Regina Mamma, ma però neppure mi guardava. Chi può dire la pena del mio povero cuore nel vedere che Gesù non si curava di me!

Dopo ho guardato nel suo petto e teneva una piccola perla tanto risplendente che investiva l’umanità santissima di Nostro Signore, di luce. Onde volendo sapere il significato, ho domandato a Gesù che cosa fosse quella perla, che mentre pare così piccola spande tanta luce. E Gesù:

“La purità del tuo patire, che ancorché piccolo, [ep]pure perché soffri per solo amor mio ed ancora saresti pronta a soffrire altro se io te lo concedessi, ecco[1] la causa di tanta luce. Figlia mia, la purità nell’operare è tanto grande che chi opera per il solo fine di piacermi non fa altro che mandare luce in tutto il suo operare; chi non opera rettamente, anche il bene non fa altro che spandere tenebre”.

Quindi ho visto nel petto di Nostro Signore che teneva uno specchio tersissimo, e pareva che chi camminava rettamente restava tutta assorbita in quello specchio, chi no, restava fuori, senza che potessero ricevere nessuna impronta dell’immagine del benedetto Gesù. Ah, Signore, tenetemi tutta assorbita in questo specchio divino acciò nessun’altra ombra d’intenzione io abbia nel mio operare.



[1] è

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