Libro di Cielo - Volume 3°

Novembre 11, 1899 (6)

In questi tristi tempi, la stessa forza dei miracoli renderebbe gli uomini più increduli.

Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa e mi pareva che girassi la terra. Oh, come era inondata d’ogni sorta di iniquità! Fa orrore a pensarlo! Ora mentre giravo, sono giunta ad un punto ed ho trovato un sacerdote di santa vita, e ad un altro punto una vergine di vita intemerata e santa. Ci siamo uniti tutti e tre ed abbiamo preso il discorso sui tanti castighi che il Signore sta facendo e tanti altri che tiene preparati. Io ho detto loro: “E voi che fate? Vi siete forse conformati alla divina giustizia?”

E quelli: “Vedendo la stretta necessità di questi tristi tempi e che l’uomo non si arrenderebbe né se uscisse un apostolo né se il Signore inviasse un altro San Vincenzo Ferrer, che con i miracoli e segni portentosi lo potesse indurre alla conversione, anzi l’uomo è giunto a tale ostinazione e ad una specie di pazzia che la stessa forza dei miracoli li renderebbe più increduli, onde, investiti da questa strettissima necessità, per il bene loro e per arrestare questo mare marcioso che inonda la faccia della terra e per gloria del nostro Dio, tanto oltraggiato, ci sia­mo conformati alla giustizia. Solo stiamo pregando e offrendoci vittime, per fare che questi castighi riuscissero per la conversione dei popoli. E tu che fai? Non ti sei con­formata con noi?”

Ed io: “Oh, no! Non posso, ché l’ubbidienza non vuole, sebbene Gesù vuole che mi uniformassi, ma siccome l’ubbidienza deve prevalere su tutto, mi conviene stare sempre in contrasto con Gesù benedetto, cosa che molto mi affligge”.

E quelli: “Quando è ubbidienza, sicuro che non bisogna aderire”.

Dopo ciò, trovandomi in me stessa, quando ho appena visto il carissimo Gesù, ed io volevo sapere di quali parti fossero quel sacerdote e quella vergine, e lui mi ha detto che erano del Perù.

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