Marzo 20, 1900 (54)
Avendo fatta la santa comunione vedevo il mio dolce Gesù che m’invitava ad uscire fuori con lui, con patto, però, che se dovevo andare insieme dove vedevo che Gesù era costretto per i peccati a mandare castighi, non dovevo contrastare con lui perché non li mandasse; con questa condizione siamo usciti, girando la terra.
Prima ho incominciato a vedere non tanto lontano da noi, specialmente in certi punti, tutto disseccato. Onde a lui rivolta ho detto: “Signore, come farà questa povera gente se le mancherà il cibo per nutrirsi? Deh, voi tutto potete; come lo avete fatto disseccare, così fatelo rinverdire”. E siccome teneva la corona di spine, ho disteso la mano dicendogli: “Mio Bene, che cosa vi ha fatto questa gente? Forse vi ha messa questa corona di spine? Ebbene datela a me, così resterete placato e le darete il cibo per non farli perire”. E togliendogliela l’ho premuta sulla mia testa.
Mentre ciò facevo Gesù mi ha detto: “Si vede che non posso portarti, perché portare te e non poter far niente è lo stesso”.
Ed io: “Signore, non ho fatto niente; perdonatemi, se conoscete che ho fatto male, ma deh, portatemi insieme con voi!”
E lui: “Il tuo modo d’agire mi lega dappertutto”.
Ed io: “Non sono io che faccio così, siete voi stesso che mi fate operare in questo modo, perché trovandomi con voi vedo che le cose tutte sono vostre, e se io non prendessi cura delle vostre cose mi pare che verrei a non curare voi stesso. Perciò dovete perdonarmi se agisco in questo modo, che per amor vostro lo faccio, e non dovete allontanarmi per questo”.
Dopo abbiamo continuato a girare. Io facevo quanto potevo a non dirgli niente per non dargli occasione che mi facesse ritirare, e perdere la sua amabile presenza; ma dove non potevo incominciavo a contrastare. Giunti ad un punto dell’Italia, stavano facendo un combinato che[1] doveva venire un gran dissesto, ma non ho capito che cosa fosse, perché avendo incominciato a dire: “Signore, non permettete! Povera gente, come faranno?”, vedendo Gesù che io mi affannavo e volevo impedirglielo, mi ha detto con impero: “Ritirati, ritirati!”, e togliendosi una cinta di chiodi, di spilli, che teneva incarnati nel suo corpo, che lo faceva molto soffrire, ha soggiunto: “Ritirati e portati questa cinta con te, che mi darai molto sollievo”.
Ed io: “Sì, me la metterò in vece vostra, ma lasciatemi stare con voi”.
E lui: “No, ritirati!”
E l’ha detto con tale impero che, non potendo resistere, in un istante mi son trovata in me stessa e non ho potuto capire che cosa fosse il combinato.
[1] da cui
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta