Libro di Cielo - Volume 3°

Febbraio 21, 1900 (41)

Il dono della purità non è dono naturale, ma è grazia conseguita.

Questa mattina il mio amabile Gesù ha incominciato a fare i suoi soliti indugi. Sia sempre benedetto, che comincia sempre da capo. Davvero che ci vuole una pazienza di santo a sopportarlo e bisogna aver [a] che fare con Gesù per vedere che pazienza ci vuole! Chi non lo prova non può crederlo, ed è quasi impossibile non avere qualche piccolo cruccio con lui.

Onde, dopo aver pazientato ad aspettarlo e riaspettarlo, finalmente è venuto e mi ha detto: “Figlia mia, il dono della purità non è dono naturale, ma è grazia conseguita, e questo si ottiene col rendersi simpatico, e l’anima si rende tale con la mortificazione e coi patimenti. Oh, come si rende simpatica l’anima mortificata e sofferente! Oh, come è speciosa! Ed io vi prendo tale simpatia da impazzire per essa, e tutto ciò che vuole le dono. Tu, quando sei priva di me, per amor mio soffri la mia privazione ch’è la pena più dolorosa per te, ed io prenderò più simpatia di prima e ti concederò nuovi doni”.

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