Libro di Cielo - Volume 3°

Gennaio 5, 1900 (25)

Solo il peccato può ferire e dar morte all’anima.

Trovandomi nel solito mio stato, mi son sentita uscire fuori di me stessa ed ho trovato l’adorabile Gesù mio; ma oh, quanto mi vedevo piena di peccati innanzi alla sua presenza! Nel mio interno mi sentivo un forte desiderio di fare la mia confessione a Nostro Signore; quindi, a lui rivolgendomi, ho incominciato a dire le mie colpe, e Gesù mi ascoltava. Quando ho finito di dire, rivolgendosi a me con un volto pieno di mestizia mi ha detto:

“Figlia mia, il peccato è un abbraccio velenoso e mortifero all’anima, non solo, ma come pure a tutte le virtù che nell’anima si trovano; se è grave. Se poi è veniale è un abbraccio feritore che rende l’anima debole ed inferma, ed insieme con essa si infermano le virtù che aveva acquistato. Che arma micidiale è il peccato! Solo il peccato può ferire e dar morte all’anima. Nessun’altra cosa può nuocerle, nessun’altra cosa la rende innanzi a me obbrobriosa, odiosa, che il solo peccato”.

Mentre diceva ciò, io comprendevo la bruttezza del peccato e sentivo tale una pena che non so neppure esprimerla. E Gesù vedendomi tutta compenetrata ha alzato la benedetta destra ed ha pronunziato le parole del­l’assoluzione. Dopo poi ha soggiunto: “Come il peccato ferisce e dà morta all’anima, così il sacramento della confessione dà la vita e la risana dalle ferite e restituisce il vigore alle virtù; e questo più o meno secondo le disposizioni dell’anima. Così opera la virtù del sacramento”.

Mi pareva che l’anima mia avesse ricevuto nuova vita, non scorgevo più quel fastidio di prima, dopo che Gesù mi diede l’assoluzione. Sia sempre ringraziato e glorificato il Signore!

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