Libro di Cielo - Volume 3°

Agosto 31, 1900 (111)

Nelle anime di vita interiore non ci può stare la turbazione

Trovandomi al solito mio stato e non vedendo il mio adorabile Gesù, me ne stavo tutta afflitta, ed un po’ impensierita sul perché non ci veniva. Onde dopo molto aspettare e riaspettare è venuto, e vedendolo che dalle mani sgorgava sangue, l’ho pregato che dalla mano sinistra versasse il sangue sopra il mondo a pro dei peccatori che stavano per morire ed in pericolo di perdersi, e dalla mano destra che versasse il suo sangue sopra il purgatorio. E lui, benignamente ascoltandomi, si è scosso ed ha versato sangue sopra una parte e sopra l’altra.

Dopo ciò mi ha detto: “Figlia mia nelle anime interne[1] non ci può stare la turbazione, e se vi entra è perché esce fuori di sé stessa, e facendo così è fare da carnefice a sé stessa; perché uscendo fuori di sé stessa s’appiglia [a] tante cose che né riguardano e che non sono Dio, e delle volte neppure cose che riguardano il vero bene dell’anima; onde ritornando in sé stessa e portando cose che sono estranee, si strazia da sé stessa e con ciò viene ad infermare sé stessa e la grazia. Perciò statti sempre in te stessa e starai sempre calma”.

Chi può dire ciò che comprendevo con chiarezza, e come trovavo la verità in queste parole di Gesù? Ah! Signore, se vi benignate di ammaestrarmi, datemi grazia di profittare dei vostri santi ammaestramenti, altrimenti sarà per mia condanna.



[1] di vita interiore

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