Libro di Cielo - Volume 3°

Luglio 27, 1900 (102)

I finti religiosi, unendosi agli aperti nemici della Chiesa, le daranno tale un assalto che pare incredibile a mente umana.

Trovandomi tutta preoccupata sul misero mio stato, specialmente che non fosse più Volontà di Dio, e ritenevo come indizio vero di ciò lo scarso patire e le continue sue privazioni. Ora mentre io stavo logorando il piccolo mio cervello su ciò e sforzandomi ad uscirne[1], il mio sempre amabile buon Gesù come lampo si è fatto vedere, dicendomi: “Figlia mia, che vuoi tu che faccia? Dimmi. Farò ciò che vuoi tu”.

Ed io, ad una proposta così inaspettata, non ho saputo che dire; provavo tale una confusione che il benedetto Gesù dovesse fare ciò che io volevo, mentre io devo fare ciò che lui vuole, che sono restata muta. Onde non vedendo dire niente, come lampo è sfuggito; ed io correndo dietro a quella luce mi son trovata fuori di me stessa, ma non l’ho trovato, e sono andata girando la terra, il cielo, le stelle; ed or lo chiamavo con la voce, ora col canto, pensando tra me che il benedetto Gesù a sentire la voce ed il mio canto resterebbe ferito e con sicurezza l’avrei trovato.

Or mentre giravo ho visto lo strazio crudele che si continua a fare nella guerra della Cina, le chiese abbattute, le immagini di Nostro Signore gettate per terra, e questo è niente ancora. Quello che mi ha fatto più spavento è stato che se or lo fanno i barbari, poi lo faranno i finti religiosi, che smascherandosi e facendosi conoscere chi sono, unendosi agli aperti nemici della Chiesa, daranno tale un assalto che pare incredibile a mente umana. Oh, quanti strazi più crudeli! Pare che hanno giurato di finirla per la Chiesa[2]. Ma il Signore prenderà vendetta di loro col distruggerli; perciò sangue da una parte e sangue dall’altra.

Perciò mi son trovata dentro un giardino che mi pareva che fosse la Chiesa, e là dentro vi era una turba di gente sotto l’aspetto di dragoni, di vipere e di altre bestie inferocite, che devastavano quel giardino, e poi uscendo fuori formavano la rovina delle genti.

Or mentre ciò vedevo, mi son trovata in braccio il mio diletto Signore ed ho detto: “Finalmente vi siete fatto trovare, siete voi veramente il mio caro Gesù?”

E lui: “Sì, sì, sono il tuo Gesù”.

Ed io volevo dirgli che risparmiasse a tanta gente, e lui, non dandomi retta a questo, tutto afflitto ha soggiunto: “Figlia mia, sono stanco abbastanza, andiamo nel Divin Volere se vuoi che mi trattenga con te”.

Ed io temendo che se ne andasse ho fatto silenzio facendogli prendere sonno. Onde poco dopo è rientrato nel mio interno, lasciandomi rincuorata, ma sommamente afflitta.



[1] uscirne, cioè uscire dal mio stato

[2] di finirla per la Chiesa, cioè di finire la Chiesa

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