Libro di Cielo - Volume 3°

Novembre 19, 1899 (10)

La superbia rode la grazia

Continua il mio adorabile Gesù a venire; e siccome la mia mente, prima di venire[1] [Gesù], stava pensando a certe cose che negli anni passati Gesù mi aveva detto e che non tanto ricordo bene, lui, quasi per ricordarmi, mi ha detto:

“Figlia mia, la superbia rode la grazia; nei cuori dei superbi non v’è altro che un vuoto tutto pieno di fumo che produce la cecità. La superbia non fa altro che rendere sé stesso un idolo; sicché l’anima superbiosa, in sé non ha il suo Dio; col peccato ha cercato di distruggerlo nel suo cuore, ed alzando l’altare nel suo cuore, vi si mette sopra e adora sé stessa”.

O Dio, che mostro abominevole è questo vizio! A me sembra che se l’anima sta attenta a non farla entrare in sé, è libera da tutti gli altri vizi; ma se per sua sventura si lascia dominare da essa, siccome madre mostruosa e cattiva, le partorirà tutti i suoi figli discoli, quali sono gli altri peccati. Ah, Signore, tenetela da me lontano!



[1] di venire, cioè che venisse

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