Libro di Cielo - Volume 2°

Giugno 8, 1899 (31)

Domanda la conversione del mondo. Stringe Gesù al suo petto.

Il mio adorabile Gesù continua ancora a farsi vedere tutto benignità e dolcezza. Questa mattina mentre mi trovavo insieme con lui, di nuovo ha replicato: “Dimmi, che vuoi?”

Ed io subito ho detto: “Gesù mio caro, quello che vorrei davvero è che tutto il mondo si convertisse”. Che domanda spropositata! Ma pure[1] il mio amante Gesù mi ha detto:

“Ti contenterei, purché tutti avessero la buona volontà di salvarsi; eppure per farti vedere che volentieri consentirei a tutto ciò che ho detto, andiamo insieme in mezzo al mondo, e tutti quelli che troveremo con la buona volontà di salvarsi, per quanto cattivi fossero io te li darò”.

Così siamo usciti in mezzo alle genti per vedere chi avesse la buona volontà di salvarsi, e per nostro sommo dispiacere abbiamo trovato un numero tanto scarsissimo che fa pena al solo pensarlo, e tra questo scarsissimo numero vi era il mio confessore e la maggior parte dei sacerdoti e parte delle devote, ma non tutti di Corato. Poi mi ha fatto vedere le varie offese che riceveva. Io l’ho pregato che mi facesse parte delle sue sofferenze, e Gesù ha versato dalla sua bocca nella mia le sue amarezze. Dopo ciò mi ha detto:

“Figlia mia, mi sento la bocca troppo amareggiata; deh, ti prego di raddolcirla!” Io gli ho detto: “Volentieri ti avrei dato tutto, ma non ho niente. Dimmi tu stesso, che cosa ti potrei dare?”

E lui fattosi bambino mi ha detto: “Stringimi al tuo cuore e così potrai raddolcirmi”[2]. E nell’atto stesso che ciò diceva si è coricato fra le mie braccia, però mi è venuto un gran timore che non fosse il bambino Gesù, ma il demonio. Perciò ho fatto sulla sua fronte il segno della croce “Per signum crucis”, e Gesù mi ha guardato tutto festoso, sorridendo, e mi diceva: “Non sono [il] demonio”. Dopo si è alzato in piedi in braccio a me stessa e tutta mi baciava; ma sentendomi anch’io la bocca amara per le amarezze che aveva versato in me, domandai a Gesù di raddolcirmela e lui amorosamente lo ha fatto, lasciandomi tutta inondata di dolcezze e di contenti.

Ora quando questo succede, il corpo non ne partecipa niente affatto, e[3] quando mi trovo fuori di me stessa nella volta dei cieli, oppure girando per altri punti della terra. Qualche volta il Signore mi trasporta fuori di me stessa e mi fa partecipe della crocifissione. Gesù stesso mi distende sulla croce e mi trapassa le mani ed i piedi coi chiodi; vi sento tale un dolore da sentirmi morire. Poi trovandomi in me stessa li sento bene nel corpo, tanto vero da non poter muovere le dita, il braccio, e così delle altre sofferenze che il Signore mi fa partecipe. Se dovessi dire tutto andrei troppo per le lunghe.

Aggiungo pure un’altra cosa, cioè che il Signore di tanto in tanto si benigna di versare dalla bocca un latte dolcissimo, oppure di farmi bere al suo costato il suo preziosissimo sangue[4]. 



[1] nonostante ciò

[2] non conforme all’originale

[3] come

[4] non conforme all’originale

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