Libro di Cielo - Volume 2°

Maggio 26, 1899 (26)

Vede il proprio nulla e Gesù l'ammaestra.

Questa mattina mi trovavo in un annientamento di me stessa fino a sentirmi esosa ed infastidita. Mi pareva [di] essere [la] più abominevole che trovar si potesse. Mi vedevo come un piccolo verme che si volgeva e rivolgeva, ma sempre lì nel fango rimanevo, senza poter dare un passo. Oh Dio, che miseria umana! Eppure dopo tante grazie elargitemi sono così cattiva ancora! Il mio buon Gesù, sempre benigno con questa miserabile peccatrice, è venuto e mi ha detto: “Il disprezzo di te stessa allora è lodevole quando è ben investito dallo spirito della fede, ma quando non è investito dallo spirito di fede, invece di farti bene ti potrà nuocere, perché vedendoti quale tu sei, che non puoi fare niente di bene, sconfiderai, rimarrai abbattuta, senza fidarti di dare un passo nella via del bene; ma appoggiandoti a me, cioè investendoti dallo spirito di fede, verrai a conoscere e disprezzare te, ed insieme a conoscere me, confidando di tutto poter operare con l’aiuto mio; ed ecco che facendo in questo modo camminerai secondo la verità”.

Quanto bene ha fatto all’anima mia questo parlare di Gesù! Ho compreso che devo entrare nel mio nulla e conoscere chi sono io, ma non devo lì fermarmi, ma subito dopo, conosciuta me stessa, devo volare nel mare immenso di Dio e lì fermarmi ad attingere tutte le grazie che bisognano all’anima mia; altrimenti la natura resta infiacchita ed il demonio cercherà mezzi come gettarla nella sconfidenza. Sia benedetto sempre il Signore e tutto a gloria sua sempre sia!

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