L'atto più bello, più eroico e più a me gradito e che offrirmi devi, è quello d'offrirti per quei stessi che ti sono contrari.

In questo periodo di tempo, ricordo che ci fu il colera, ed un giorno pregavo il mio buon Gesù che facesse cessare questo flagello, ed egli mi disse: «Ti contenterò purché accetti d'offrirti a soffrire ciò che voglio Io». Gli dissi: «Signore, no, non posso; voi sapete come la pensano; nonché se il fatto passa tra me e voi solamente: sarei stata prontissima ad accettare tutto».

Ed egli mi disse: «Figlia mia, se Io avessi pensato a quello che pen­savano e che dovevano fare di me gli uomini, non avrei operato la Re­denzione dell'umano genere. Ma Io avevo l'occhio alla loro salvezza; e l'amore grande che mi divorava facevami fare che quando vedevo perso­ne che di me mal pensavano e che davano occasione di farmi più soffrire, ero d'offrire quelle stesse pene che loro mi davano per la loro stessa sal­vezza. Ti sei dimenticata che quello che voglio da te è l'imitazione della mia Vita, e che di tutto ciò che offrii ti farò parte di tutto? Non sai tu che l'atto più bello, più eroico e più a me gradito e che offrirmi devi, è quello di offrirti per quei stessi che ti sono contrari?».

Io restai muta, non seppi che rispondergli, accettai tutto ciò che il Signore voleva, e così fino alla sera fui sorpresa da quello stato di sof­ferenze e vi stetti tre giorni continui. E dopo che mi riebbi non s'intese più niente che ci stava il colera.

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