[AUDIO] Meditazione sul 1° volume

capitoli 19 e 20

 

Gesù fa comprendere a Luisa che quello che vive di soprannaturale non può essere frutto della sua fantasia.

E le spiega come comportarsi nei momenti della Sua lontananza, insegnandole anche a discernere, dai frutti differenti, le operazioni e i pensieri che vengono da Dio da quelli che vengono dallo spirito del male.




Volume 1 - Capitolo 19

L’anima sperimenta che non è capace di niente senza di Gesù, e che a lui deve tutto.

Dopo che passavo quei giorni in quello stato detto di sopra, (specialmente se gli ero stata fedele) me Lo sentivo ritornare dentro di me, mi parlava più chiaramente, e siccome nei giorni passati non avevo potuto concepire dentro di me né una parola, né sentire niente, così ora venivo a conoscere [che] non era la mia fantasia [co]si come molte volte prima dicevo, (tanto che del detto fin qui, non dicevo niente né al confessore né ad altra anima vivente); ma però facevo quanto più potevo per corrispondergli, ché altrimenti mi faceva tanta guerra che non avevo pace. Oh! Signore sei stato tanto buono con me ed io così cattiva ancora.

Seguitando ciò che avevo cominciato, me Lo sentivo dentro di me, L'abbracciavo, me Lo stringevo, gli dicevo: «Amato Bene, vedi quanto mi è riuscita amara la nostra separazione». E lui che mi diceva: «E niente ciò che hai passato, preparati a prove più dure. Perciò sono venuto: per disporre il tuo cuore e fortificarlo. Adesso mi dirai tutto ciò che hai passato, i tuoi dubbi e timori, tutte le tue difficoltà per poterti insegnare il modo come [com]portarti nella mia assenza».

Quindi gli facevo la narrazione delle mie pene dicendogli: «Signore, vedi, senza di voi non ho potuto fare niente bene. La meditazione l'ho fatta tutta distratta, brutta, tanto che non avevo coraggio di offrirvela.

Nella comunione non ho potuto stare le ore intere come quando Vi sentivo: mi vedevo sola, non avevo con chi potevo intendermela; tutta mi sentivo vuota, la pena della vostra assenza mi faceva provare agonie mortali, la natura voleva sbrigarsi subito per sfuggire quella pena; tanto più che mi pareva che non facevo altro che perdere tempo. Il timore ancora, [che] voi, tornando, mi castigavi perché non ero stata fedele... Quindi, non sapevo che farmi! E poi, la pena che voi siete continuamente offeso, e che non sapendo al quando, come prima mi insegnavi di fare quegli atti di riparazione, quelle visite al Santissimo Sacramento per le diverse offese che voi ricevete. Dunque, dimmi un po': come dovevo fare»?

 


Volume 1 - Capitolo 20

Gesù, il vero direttore spirituale, la istruisce circa il modo da tenere nello stato di oscurità ed abbandono.

E lui, benignamente, ammaestrandomi diceva: «Tu hai fatto male nello starti così disturbata! Non sai tu che Io sono Spirito di pace e la prima cosa che ti raccomando è di non funestare la pace del cuore? Quando nell'orazione non puoi raccoglierti, non voglio che pensi a questo o quell'altro, com'è e come non è; facendo così tu stessa chiami la distrazione. Ma invece quando ti trovi in quel[lo] stato la prima cosa è che ti umili, confessandoti meritevole di quelle pene, mettendoti come un umile agnellino nelle braccia del carnefice, che mentre l'uccide gli lambisce la mano; così tu, mentre ti vedrai percossa, abbattuta, sola, ti rassegnerai alle mie sante disposizioni, mi ringrazierai di tutto cuore, mi bacerai quella mano che ti percuote, riconoscendoti indegna di quelle pene; poi mi offrirai quelle amarezze, angustie, tedii, pregandomi che li accettassi come un sacrifizio di lode, di soddisfazione delle tue colpe, di riparazione dell'offese che mi fanno. Facendo così, la tua orazione salirà innanzi al mio Trono come un incenso odorosissimo, ferirà il mio cuore, ti attirerai nuove grazie e nuovi carismi; il demonio vedendoti umile e rassegnata, tutta inabissata nel tuo nulla, non avrà forza di avvicinarsi. Eccoti che dove tu credevi di perdere, farai grandi acquisti».