[AUDIO] Meditazione sul 2° volume

capitolo 35 - Giugno 14, 1899

capitolo 36 - Giugno 16, 1899

capitolo 37 - Giugno 17, 1899

 

Luisa contende con Gesù perché risparmi all'umanità i castighi purificatori.

Anche la Madonna cerca di fermare "il braccio di Gesù".

Gesù spiega il senso e il perché delle esigenze di purificare l'umanità peccatrice.




Volume 2 - Capitolo 35

Giugno 14, 1899 

Gesù vuole castigare il mondo

 

Questa mattina l’amantissimo Gesù non ci veniva e nel mio interno andavo pensando: “Com'è che non viene? Che c’è di nuovo? Ieri veniva così spesso ed oggi neppure si fa vedere ancora! Che crepacuore, quanta pazienza ci vuole con Gesù!” Tutto il mio interno mi pareva che si metteva tutto all'arme, che voleva Gesù, e mi faceva una guerra da darmi pene di morte. La volontà, come superiora a tutto, cercava di mettere pace col persuadere ai miei sensi, inclinazioni, desideri, affetti ed a tutto il resto di quietarsi, che Gesù doveva venire. Così, dopo il lungo penare, Gesù è venuto portando una tazza in mano, piena di sangue aggrumato, putrefatto e puzzolente, e mi ha detto: “Vedi questa tazza di sangue? La verserò sul mondo”.

Mentre così diceva è venuta la Mamma, la Vergine Santissima, ed insieme con lei il mio confessore, e pregavano Gesù che non la versasse sul mondo, ma che la facesse bere a me. Il confessore gli ha detto: “Signore, a che pro tener la vittima se non volete versare sopra di essa? Assolutamente voglio che la fate soffrire, e risparmiate le genti”.

La Mamma piangeva ed insisteva presso Gesù, [e] presso il confessore di non desistere di pregare finché Gesù non si fosse contentato d’accettare il cambio. Gesù insisteva che la voleva versare sopra il mondo tutto, ed in [un] primo [momento] pareva quasi che si accigliasse. Io mi vedevo tutta confusa, non sapevo dire niente, perché era tanto l’orrore che faceva a vedere quella tazza piena di sangue sì brutto, che metteva il fremito in tutta la natura; che sarebbe a berla? Ma però ero rassegnata, che se il Signore me l’avesse data, l’avrei accettata. Chi può dire poi i castighi che [si] contenevano in quel sangue, se il Signore lo versasse sul mondo? Da questo giorno appunto, pare che tiene preparata una grandine che farà molto danno e pare che deve continuare i giorni seguenti. Dopo poi Gesù pareva un poco più calmo, tanto che pareva abbracciasse il confessore che lo aveva pregato in quel modo, ma però senza venire a nessuna determinazione se lo deve versare sopra le genti o no.

Così è finito, lasciandomi una pena indescrivibile di quello che potrà succedere.

 


Volume 2 - Capitolo 36

Giugno 16, 1899 

Ottiene da Dio di fare risparmiare in parte dai suoi castighi il suo paese

 

Continuava ancora a farsi vedere che vuole castigare; io l’ho pregato che volesse versare in me le sue amarezze e che volesse risparmiare tutto il mondo; e se questo non fosse possibile, almeno quelli che mi appartengono e il mio paese. A quest’intenzione pareva che si unisse pure quella del confessore e così pareva che Gesù, vinto dalle preghiere, ha versato un poco dalla sua bocca, ma non quella tazza detta disopra. Questo poco che ha versato pareva che lo facesse per risparmiare in qualche modo il mio paese, ma non tutti quelli che mi appartengono. Io però questa mattina sono stata causa di fare affliggere Gesù. Siccome dopo versato l’ho visto più calmo, senza pensarci gli ho detto: “Amabile mio Gesù, ti prego di liberarmi dal fastidio che do al confessore di farlo venire ogni giorno. Che costa a voi il liberarmi, e che voi stesso che mi mettete nelle sofferenze, voi stesso mi liberate? Certo che vi costa niente e se volete, tutto potete”.

Mentre ciò gli dicevo, Gesù faceva un volto tanto afflitto che quell'afflizione me la sentivo penetrare fin nell'intimo del mio cuore, e senza dirmi parola è scomparso. Come mi ha lasciata mortificata! Lo sa solo il Signore, pensando specialmente, ancora, [che] più non ci veniva. Ma poco dopo è ritornato, ma con maggiore afflizione, portando un volto tutto gonfio e pieno di sangue, che allora allora gli avevano fatto quelle offese. Gesù tutto mesto ha detto:

“Vedi quello che mi hanno fatto, come tu dici che non vuoi che castighi le creature? [I castighi] son necessari per umiliarli e non farli imbaldanzire di più”.

 


Volume 2 - Capitolo 37

Giugno 17, 1899 

Contende con Gesù per far risparmiare i castighi

 

Si continua ancora sempre lo stesso, ma specialmente questa mattina sono stata sempre a contendere col mio caro Gesù; lui che voleva continuare a mandare la grandine, come ha fatto nei giorni passati, ed io che non volevo. Quando al meglio, pareva che si preparava un temporale, e dava comando ai demoni che distruggessero col flagello della grandine parecchi punti. Nell'atto stesso vedevo che da lontano mi chiamava il confessore dandomi l’ubbidienza che andassi a mettere in fuga i demoni per non farle far niente. Mentre sono uscita per andare, Gesù si è fatto incontro, facendomi rivolgere indietro. Io gli ho detto: “Signore benedetto, non posso, perché è l’ubbidienza che mi ha chiamato e tu sai che io e tu a questa virtù dobbiamo cedere senza poterci opporre”.

Allora Gesù: “Ebbene, lo farò io per te”.

E così ha comandato ai demoni che andassero in parte più lontana e che per ora non toccassero le terre appartenenti al nostro paese. Poi ha detto a me: “Andiamo”. Così siamo ritornati, io nel letto e Gesù accanto a me. Appena giunti, Gesù voleva riposare, dicendo ch'era molto stanco; io l’ho arrestato dicendogli: “Chi sa ch'è questo sonno che vuoi fare? E poi bella ubbidienza che mi hai fatto fare. Perché vuoi dormire? Questo è il bene che mi vuoi? È [così] che vuoi contentarmi in tutto? Vuoi dormire? Dormi pure, basta che mi dai la parola che non farai niente”.

Allora, dispiacendosi del mio mal contento, mi ha detto: “Figlia mia, eppure vorrei contentarti; facciamo così: usciamo insieme di nuovo in mezzo alle genti e quelli che vediamo che son necessari di punire per le tante nefande azioni, almeno chi sa sotto il flagello si arrendessero, e che tu vuoi [che io punisca, li punirò], e quelli che son meno necessari a punire, e che tu non vuoi, io li risparmierò”.

Ed io: “Signore, grazie ti rendo della tua somma bontà nel volermi contentare, ma con tutto ciò non posso far questo che mi dici. Non mi sento la forza di mettere la volontà mia a castigare nessuna delle tue creature. E poi quale strazio sarà del mio povero cuore, quando sentirò che quel tale o quell'altro è stato castigato, e che io ci abbia messo la mia volontà? Sia mai, sia mai, oh Signore!”

Dopo è venuto il confessore per chiamarmi in me stessa, ed è finito.