“Nel creare l’uomo il nostro amore fu tanto per lui, che sorpassò tutto l’amore che avemmo nella Creazione. Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà e, mettendo la nostra Volontà come al banco nella sua la moltiplicasse, la centuplicasse - non per Noi che non avevamo bisogno, ma per suo bene - affinché non restasse come le altre cose create, mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in somiglianza col suo Creatore. E, per fare che lui potesse trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, gli demmo a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.

Il nostro amore nel creare l’uomo volle fare un giuoco d’azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della volontà umana come al banco: la nostra Bellezza, Sapienza, Santità, Amore, eccetera e, la nostra Volontà che doveva farsi Guida ed Attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse crescere a nostra somiglianza, ma gli desse la forma d’un piccolo dio.

Perciò il nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni dalla creatura; ed il nostro giuoco d’azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento. Perciò, dopo tanti anni volle di nuovo il mio Amore giocare d’azzardo e fu con la mia Mamma Immacolata. In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo; anzi si faceva a gara: Noi a dare e Lei a ricevere”.

(Volume 19 – Marzo 9, 1926)

“Figlia mia, nessuno può essere a Me accettevole senza la prova.

Se non ci fosse stata la prova (anche per l’Immacolata mia Mamma), avrei avuto una Madre schiava, non libera, e la schiavitù non entra nei Nostri rapporti, né nelle Nostre Opere, né può prendere parte al Nostro libero Amore.

La mia Mamma ebbe la sua prima prova fin dal primo istante del suo Concepimento.

Non appena ebbe il suo primo atto di ragione conobbe la sua volontà umana da una parte e la Volontà Divina dall’altra e fu lasciata libera a quale delle due volontà volesse aderire; e Lei, senza perdere un istante e conoscendo tutta la intensità del sacrificio che faceva, Ci donò la sua volontà, senza volerla più conoscere, e Noi le facemmo dono della Nostra, ed in questo scambio di donazione di volontà d’ambo le parti, affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata di tutte le creature.

E’ sempre la volontà che sono solito provare: tutti i sacrifici, anche la morte, non a Me diretti dalla volontà umana, Mi farebbero nausea e non attirerebbero neppure uno dei miei sguardi.

Ma vuoi sapere tu quale fu il più grande prodigio operato da Noi in questa Creatura sì Santa ed il più grande eroismo, che nessuno potrà mai eguagliare, di sì bella Creatura?

La sua vita la incominciò con la Nostra Volontà, e così la seguì e la compì.

Sicché si può dire che compì da dove incominciò e incominciò da dove compì; ed il Nostro più grande prodigio fu che in ogni suo pensiero, parola, respiro, palpito, moto e passo, il Nostro Volere sboccava su di Lei, e Lei Ci offriva l’eroismo di un palpito divino ed eterno operante in Essa.

Questo La elevava tanto, che ciò che Noi eravamo per natura, Lei lo era per grazia.

Tutte le altre prerogative, i suoi privilegi, il suo stesso Immacolato Concepimento sarebbe stato un nulla a confronto di questo grande prodigio; anzi, fu questo che La confermò e La rese stabile e forte in tutta la sua vita.

La Mia Volontà continuava sboccante su di Lei, Le partecipava la Natura Divina, ed il suo continuo riceverLa La rese forte nell’amore, forte nel dolore, distinta fra tutti.

Fu in questa Nostra Volontà, operante in Lei, per cui Ella attirò il Verbo sulla terra, che si formò il seme della fecondità divina, per poter concepire un Uomo e Dio, senza opera umana, e la Nostra Volontà La fece degna di essere Madre del suo stesso Creatore.

Perciò Io insisto sempre sull’argomento della Mia Volontà, perché Questa conserva bella l’anima come uscì dalle Nostre Mani, la cresce come copia originale del suo Creatore, e per quante opere grandi e sacrifici uno possa fare, se la Mia Volontà non entra in mezzo, Io li rifiuto, non li conosco, non è cibo per Me; e le opere più belle, senza la Mia Volontà, diventano cibo della volontà umana, della propria stima e dell’ingordigia della creatura”.

(Volume 17 – Dicembre 8, 1924)

“Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create.

Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.

Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

Prima abbiamo chiamata una dell’umana famiglia a vivere nella reggia del nostro Volere. Ora, dopo che abbiamo fatto dono del nostro Fiat ad un membro di questa umana famiglia, essa acquista il vincolo ed il diritto di questo Dono - perché Noi non facciamo mai opere e doni per una sola, ma quando facciamo opere e doni li facciamo sempre in modi universali - quindi questo Dono sarà pronto per tutti, purché lo vogliono e si dispongono.

Perciò, il vivere nella mia Volontà non è proprietà della creatura né sta in suo potere, ma è Dono, ed Io lo faccio quando voglio, a chi voglio e nei tempi che voglio. Esso è Dono di Cielo fatto dalla nostra grande magnanimità e del nostro Amore inestinguibile.

Ora con questo Dono l’umana famiglia si sentirà talmente vincolata col suo Creatore, che non si sentirà più da Lui lontano, ma talmente vicina come se fosse della sua stessa Famiglia e convivesse nella sua stessa Reggia; con questo Dono si sentirà talmente ricca che non più sentirà le miserie, le debolezze, le passioni tumultuanti, ma tutto sarà forza, pace, abbondanza di grazia, e, riconoscendo il Dono, dirà: ‘Nella casa del Padre mio Celeste nulla mi manca, ho tutto a mia disposizione, sempre in virtù del Dono che ho ricevuto’.

I doni li diamo sempre per effetto del nostro grande Amore e dalla nostra somma magnanimità; se ciò non fosse, o volessimo badare se la creatura merita o no, se ha fatto dei sacrifici, allora non sarebbe più dono, ma mercede, ed il nostro Dono si renderebbe come diritto e schiavo della creatura, mentre Noi ed i nostri doni non siamo schiavi di nessuno.

Difatti l’uomo non esisteva ancora e prima che lui fosse già creammo il cielo, il sole, il vento, il mare, la terra fiorita e tutto il resto per farne dono all’uomo. Che cosa aveva fatto per meritare doni sì grandi e perenni? Nulla. E nell’atto di crearlo gli demmo il gran Dono che superò tutti gli altri: il nostro Fiat Onnipotente. E sebbene lo respinse, Noi però lo teniamo a riserva per darlo ai figli, lo stesso Dono che Ci respinse il padre.

Il dono viene dato nell’eccesso del nostro Amore, il quale è tanto che non sa fare, non bada ai conti; mentre la mercede che si dà se la creatura fa le opere buone, si sacrifica, si dà con giusta misura ed a secondo che merita; non così nel dono. Perciò chi potrà dubitare significa che non se ne intende del nostro Essere Divino né delle nostre larghezze né dove può giungere il nostro Amore; però vogliamo la corrispondenza della creatura, la gratitudine ed il suo piccolo amore”. 

(Volume 30 – Aprile 30, 1932) 

“Ci sentiamo come immobilizzati dall’uomo, perché vogliamo dare e non possiamo, vogliamo parlare e non Ci intende, mentre il nostro Amore, con accenti pietosi, non si stanca di dirgli: ‘O uomo, rientra in te stesso; richiama in te quella Volontà che respingesti!

Essa vuol ritornare per distruggere i tuoi mali e, se La inviti, è pronta a prendere il possesso ed a formare il suo Regno in te, il suo dominio di pace, di felicità, di gloria, di vittoria per Me e per te. 

Deh, non voler essere più schiavo, né vivere nel labirinto dei tuoi mali e miserie. Ricordati che tale Io non ti creai, anzi, ti creai re di te stesso, re di tutto.

Perciò chiama la mia Volontà come vita, ed Essa ti farà conoscere la tua nobiltà e l’altezza del posto in cui fosti messo da Dio. O, come ne sarai contento e contenterai il tuo Creatore!’ ”

(Volume 30 – Maggio 8, 1932)

“Tutti gli atti umani, secondo lo scopo della Creazione, dovevano aver vita nel mio Volere e formarvi il loro piano di tutti gli atti umani cambiati in atti divini, con l’impronta della nobiltà, Santità e Sapienza Suprema.

Non era nostra Volontà che l’uomo uscisse da Noi, ma che vivesse con Noi, crescendo a somiglianza Nostra ed operando con gli stessi Nostri modi. Perciò volevo che tutti i suoi atti fossero fatti nel mio Volere, per dargli il posto per poter formare il suo fiumicello nel mare immenso del Mio”.

(Volume 14 – Ottobre 6, 1922)

“Vedi, l’opera della Creazione è grande, l’opera della Redenzione è più grande ancora; il mio Fiat, il far vivere la creatura nella mia Volontà, supera l’una e l’altra, perché nella Creazione il mio Fiat creò e mise fuori le opere mie, ma non restò come centro di vita nelle cose create; nella Redenzione, il mio Fiat restò come centro di vita nella mia Umanità, ma non restò come centro di vita nelle creature, anzi se la loro volontà non aderisce alla Mia, rendono vani i frutti della mia Redenzione; invece col mio ‘Fiat Voluntas Tua’ sarà la vera gloria dell’opera della Creazione ed il compimento dei copiosi frutti dell’opera della Redenzione.

Ecco la causa perché non voglio altro da te che il mio Fiat, che Esso sia la tua vita e che non miri altro che il mio Volere, perché voglio essere come centro della tua vita".

(Volume 13 – Giugno 6, 1921)

“Figlia mia, la mia Umanità viveva come nel centro del Sole Eterno della mia Volontà Divina; e siccome da questo centro partivano raggi che portando con loro la mia immensità coinvolgevano tutto e tutti, il mio operato, partendo da questo centro, si trovava come in atto per ogni atto di creatura; ogni parola come in atto per ciascuna parola; ogni pensiero come in atto per ciascun pensiero; e così di tutto il resto.

E come ogni atto scendeva, come un atto solo risaliva di nuovo nel suo centro, portando con sé tutti gli atti umani per rifarli, per riordinarli, a seconda che voleva mio Padre.

Sicché, solo perché la mia Umanità viveva nel centro del Volere Eterno poté abbracciare tutti come un atto solo, per compiere con decoro e, degna di Me, l’opera della Redenzione; altrimenti sarebbe stata un’opera incompleta e non degna di Me. E siccome la rottura della volontà umana con la Divina fu tutto il male dell’uomo, così l’unione stabile della volontà della mia Umanità con la Divina doveva formare tutto il suo bene; e questo succedeva in Me come connaturale.

…L’anima che vive nel centro del mio Volere, lei abbraccia tutti e nessuno le sfugge, fa per tutti e niente omette. Insieme con Me non fa altro che spandersi a destra ed a sinistra, davanti e di dietro, ma in modo semplice e connaturale; e come opera nel mio Volere, fa il giro di tutti i secoli ed a tutti gli atti umani eleva il suo atto in modo divino, per virtù della mia Volontà.

Senti quello che voglio fare di te ed in te: quello che faceva la mia Umanità nella Divina Volontà voglio ripeterlo, ma voglio il tuo volere unito insieme, affinché ripeta insieme con Me ciò che facevo e faccio ancora.

Nel mio Volere ci sono tutti gli atti che fece la mia Umanità, sia interni che esterni. Degli atti esterni più o meno si sa ciò che Io feci, e la creatura, volendo, si può unire con Me e prendere parte a quel bene che feci, ed Io sento il contento perché vedo il mio bene in mezzo alle creature come moltiplicato, in virtù dell’unione che formano con Me; i miei atti sono messi come al banco e, ne riscuoto gli interessi. Invece, degli atti interni che fece la mia Umanità nella Divina Volontà per amor di tutti, poco o nulla si sa, e la creatura, non conoscendo né la potenza di questo Volere, né come la mia anima operava in Esso, né ciò che feci, come potrà unirsi con Me per prendere parte a quel bene? La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di quel bene… Ora, come si farà via questa conoscenza del vivere nel mio Volere, Esso sarà amato di più e l’amore assorbirà in loro tutto il bene che la conoscenza, come madre feconda, avrà loro partorito.

Io non sono il Dio isolato, no: voglio la creatura insieme con Me; l’eco mia deve risuonare nella sua e la sua nella mia, per farne una sola; e se ho aspettato tanti secoli per far conoscere il mio Volere operante nella creatura ed il suo operante nel Mio, quasi elevandolo al mio stesso livello, era perché dovevo preparare e disporre le creature a passare dalle conoscenze minori alle maggiori… Vedi, nel mio Voler Supremo stanno tutti i miei atti interni, che fece la mia Umanità, come in aspettativa per uscire come messaggeri, per mettersi in via. Questi atti sono stati fatti per le creature e vogliono darsi e farsi conoscere; e, non dandosi, si sentono come imprigionati e pregano, supplicano che il mio Volere li metta a conoscenza, per poter dare il bene che essi contengono…

Per tanti secoli ho contenuto in Me, più che parto, tutti i miei atti umani, fatti nella Santità del Volere Eterno, per darli alla creatura e, come si daranno, innalzeranno gli atti umani della creatura in atti divini e la fregeranno con le più vaghe bellezze, facendola vivere con la vita della mia Volontà, dandole il valore, gli effetti ed i beni che il mio Volere possiede. Perciò, più che madre spasimo, Mi addoloro, brucio, ché voglio far uscire questo parto della mia Volontà.

Il tempo è giunto… Il volere umano, potrei dire, Mi ha reso infelice in mezzo alle creature e la mia Volontà operante nella creatura Mi restituirà la mia felicità”.

(Volume 14 – Ottobre 19, 1922)

“Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me:

Primo: devi entrare dentro di Me e, trasformarti in Me e, prendervi ciò che trovi in Me.

Secondo: quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo una cosa sola, in modo che se Mi muovo io, muoviti tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa che faccio io farai tu.

Terzo: con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va in mezzo alla creature, dando a tutti e a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia Vita Divina e ritornando subito in Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando… Sì, amami per tutti, saziami d’amore!”

(Volume 8 – Febbraio 9, 1908)

“Voglio te, tutta unita e stretta con Me; e questo non ti credere che lo devi fare quando soffri o preghi solo, ma sempre, sempre: se ti muovi, se respiri, se lavori, se mangi, se dormi, tutto, tutto come se lo facessi nella mia Umanità ed uscisse da Me il tuo operato, in modo che non dovresti essere tu altro che la scorza e, rotta la scorza della tua opera si dovrebbe trovare il frutto dell’opera divina. E questo devi farlo a bene di tutta quanta l’umanità, in modo che la mia Umanità si deve trovare come vivente in mezzo alle genti; perché facendo tu tutto, anche le azioni più indifferenti, con questa intenzione di ricevere da Me la vita, la tua azione acquista il merito della mia Umanità; perché, essendo Io Uomo e Dio, nel mio respiro contenevo i respiri di tutti, i movimenti, le azioni, i pensieri, tutto contenevo in Me, quindi li santificavo, li divinizzavo, li riparavo; onde facendo tutto in atto di ricevere da Me il tuo operato, anche tu verrai ad abbracciare ed a contenere tutte le creature in te ed il tuo operare si diffonderà a bene di tutti; sicché ancorché gli altri non Mi daranno niente, Io prenderò tutto da te”. 

(Volume 7 – Novembre 28, 1906)

“Per stringerti più stretta con Me, fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me, come Io lo trasfondo nel tuo, devi in tutto prendere ciò che è mio e in tutto lasciare ciò che è tuo; in modo che se tu pensi sempre a cose sante e che solo riguardano il bene, l’onore e la gloria di Dio, lasci la tua mente e prendi Quella Divina; se parli, se operi bene e solo per amore di Dio, lasci la tua bocca e le mani e prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi piedi; se il tuo cuore amerà solo Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il Mio e Mi amerai col mio medesimo Amore; e così di tutto il resto; sicché  tu resterai rivestita di tutte le cose mie  ed Io di tutte le cose tue, che metto Io stesso in te e che sono mie. Ci può essere più stretta unione di questa?”

(Volume 8 – Gennaio 8, 1909)

“La vera vita dell’anima fatta nel mio Volere, non è altro che la formazione della sua vita nella Mia, dare la mia stessa forma a tutto ciò che lei fa.

Io non facevo altro che mettere in volo nel mio Volere tutti gli atti che facevo, sia interni che esterni; mettevo in volo ciascun pensiero della mia mente, il quale sorvolando su ciascun pensiero di creatura, i quali tutti esistevano nel mio Volere, il mio, sorvolando su tutti, si faceva quasi corona di ciascuna intelligenza umana e portava alla Maestà del Padre l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la riparazione di ciascun pensiero creato; e così il mio sguardo, la mia parola, il moto, il passo.

Ora, l’anima per fare vita nel mio Volere, deve dare la forma della mia mente alla sua, del mio sguardo, della mia parola, del mio moto, ai suoi.

Onde, facendo ciò, perde la sua forma ed acquista la mia; non fa altro che dare continue morti all’essere umano e continua vita alla Volontà Divina.

Così l’anima potrà completare la Vita della mia Volontà in lei; altrimenti mai sarà del tutto compiuto questo prodigio, questa forma del tutto modellata sulla Mia.

E’ il solo mio Volere, che è eterno ed immenso, che fa trovare tutto: il passato ed il futuro lo riduce ad un punto solo ed in questo solo punto trova tutti i cuori palpitanti, tutte le menti in vita, tutto il mio operato in atto e, l’anima facendo suo questo mio Volere, fa tutto, soddisfa per tutti, ama per tutti e fa bene a tutti ed a ciascuno, come se fosse uno solo.

Chi mai può giungere a tanto? Nessuna virtù, nessun eroismo, neanche il martirio, può stare di fronte al mio Volere; tutti, tutti restano indietro all’operato nella mia Volontà”.

(Volume 12 – Gennaio 5, 1921)

“Gli atti nella mia Volontà sono gli atti più semplici, ma perché semplici si comunicano a tutti.

Un atto solo nella mia Volontà, come luce semplicissima si diffonde in ogni cuore, in ogni opera, in tutti, ma l’atto è uno. Il mio stesso Essere, perché semplicissimo, è un Atto Solo, ma un Atto che contiene tutto: non ha piedi ed è il passo di tutti; non occhio ed è occhio e luce di tutti; do vita a tutto, ma senza sforzo, senza fatica, ma do l’atto di operare a tutti. Onde l’anima nella mia Volontà si semplifica ed insieme con Me si moltiplica in tutti, fa bene a tutti.

Molto Mi piace vedere le anime che ripetono nella mia Volontà ciò che fece la mia Umanità in Essa”.

(Volume 11 – Settembre 8, 1916)

“Quante volte in più t’immergi nel mio Volere, tanto più si allarga il circolo della tua volontà nella Mia”.

(Volume 13 – Agosto 25, 1921)

“Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella mia Volontà.

Ti aspetto nella mia Volontà, che venga a prendere i posti che ti preparò la mia Umanità e sopra le mie informazioni vieni a fare le tue; allora sono contento e ne ricevo completa gloria, quando ti vedo fare ciò che feci Io”.

(Volume 13 – Settembre 16, 1921)

“Mio amato Bene, insieme con te voglio seguire tutti gli atti che fece la tua Umanità nella Volontà Divina; dove giungesti Tu, voglio giungere anch’io, per fare che in tutti i tuoi atti trovi anche il mio; sicché, come la tua Intelligenza nella Volontà Suprema percorse tutte le intelligenze delle creature, per dare al Padre Celeste la gloria, l’onore, la riparazione per ciascun pensiero di creatura in modo divino e suggellare con la luce, con la grazia della tua Volontà ciascun pensiero di esse, così anch’io voglio percorrere ciascun pensiero, dal primo all’ultimo che avrà vita nelle menti umane, per ripetere ciò che sta fatto da Te; anzi voglio unirmi con quelli della nostra Celeste Mamma, che mai restò dietro, ma sempre corse insieme con Te”.

(Volume 15 – Gennaio 24, 1923)

“Il solo fonderti in Me tutti i giorni e parecchie volte al giorno, serve a mantenere l’equilibrio di tutte le riparazioni, perché solo chi entra in Me e prende il principio da Me di tutto ciò che fa, può equilibrare le riparazioni di tutti e di tutto; può equilibrare da parte delle creature la Gloria del Padre, perché stando in Me un Principio Eterno, una Volontà Eterna, potei equilibrare tutto: soddisfazione, riparazione e Gloria completa del Padre Celeste da parte di tutti. Sicché, Come tu entri in Me, vieni a rinnovare l’equilibrio di tutte le riparazioni e della Gloria della Maestà Eterna.

Sostituendoti a nome di tutta l’umana famiglia, cerca, per quanto è da te, di ripararmi per tutto”.

(Volume 12 – Settembre 3, 1919)

“Gli atti fatti nel mio Volere si restituiscono al principio dove l’anima fu creata e prendono vita nell’ambito dell’Eternità, portando al loro Creatore gli omaggi divini e la Gloria del loro stesso Volere. La Creazione fu messa fuori sulle ali del mio Volere e sulle stesse ali vorrei che Mi ritornasse, ma invano l’aspetto. Ecco perché tutto è disordine e scompiglio.

Perciò, Vieni nel mio Volere, per darmi a nome di tutti la riparazione di tanto disordine”.

(Volume 13 – Settembre 15, 1921)

“Amor mio, mio Gesù, tutto hai creato per me e me lo hai donato, sicché tutto è mio, ed io lo dono a Te per amarTi; perciò Ti dico in ogni stilla di luce del sole: ‘Ti amo’; nello scintillio delle stelle: ‘Ti amo'; in ogni goccia d’acqua: ‘Ti amo’. Il tuo Volere mi fa vedere fin nel fondo dell’oceano il tuo ‘ti amo’ per me, ed io imprimo il mio ‘Ti amo’ per Te in ogni pesce che guizza nel mare; voglio imprimere il mio ‘Ti amo’ sul volo d’ogni uccello; Ti amo dovunque Amor mio.

Voglio imprimere il mio ‘Ti amo’ sulle ali del vento, nel muoversi delle foglie, in ogni favilla di fuoco; Ti amo per me e per tutti”.

 “E’ proprio questo il vivere nel mio Volere: il portarMi tutta la Creazione innanzi a Me e a nome di tutti darMi il contraccambio dei loro doveri”.

(Volume 16 – Dicembre 29, 1923)

“Figlia mia, vieni a fare il tuo giro nella mia Volontà… Vedi, la mia Volontà è una, ma scorre in tutte le cose create come divisa, ma senza dividersi. Guarda le stelle, l’azzurro cielo, il sole, la luna, le piante, i fiori, i frutti, i campi, la terra, il mare, tutto e tutti…”

(Volume 17 – Maggio 21, 1925)

“E’ necessario che giri tante e tante volte nella mia Volontà, in mezzo alle opere mie, per chiedere, insieme con tutta la Creazione e con tutte le opere mie, tutti in coro, che venga il Regno del Fiat Supremo”.

(Volume 20 – Ottobre 24, 1926)

Stavo pensando tra me: “Vorrei girare sempre nel suo Voler Divino, vorrei essere come una rotella dell’orologio che gira sempre senza fermarsi mai".

Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù Si è mosso nel mio interno e mi ha detto: "Figlia mia, vuoi girare sempre nel mio Volere? Oh, come volentieri e con che amore voglio che tu giri sempre nel mio Volere!

L’anima tua sarà la rotella, la mia Volontà ti darà la corda per farti velocemente girare senza mai fermarti; la tua intenzione sarà il punto di partenza dove vuoi andare, qual via vuoi prendere, se nel passato oppure nel presente, o vuoi dilettarti nelle vie future, a tua libera scelta, Mi sarai sempre cara e Mi darai sommo diletto qualunque punto di partenza tu prenda…". 

(Volume 17 – Agosto 14, 1924)


RIFLESSIONE

La preghiera del Santo Rosario è un ottimo mezzo per girare negli atti della Divina Volontà.

Col fondersi nel Divin Volere, l’anima incontra tutti gli atti fatti dalla Divina Volontà nella Creazione, Redenzione e Santificazione - in atto e a sua disposizione - per poterli ricevere, ripeterli in se stessa, offrirli a Dio come suoi, come atti d’amore e ringraziamento in nome di tutta la famiglia umana e, così, crescere sempre più nella immagine e somiglianza del suo Creatore, svolgendo dinanzi a Lui lo stesso ufficio della Umanità di Gesù.

E tutto questo lo fa accompagnata e guidata dalla sua Mamma Celeste, Madre e Regina della Divina Volontà, la quale, con infinita premura e attenzione, svolge il Suo ufficio materno nei confronti dell’anima, investendola con i Suoi mari d’amore e di sapienza, con la potenza della Sua stessa preghiera, premurandosi a che nulla manchi alla piccola anima, affinché la sua preghiera possa essere preghiera universale e i suoi atti interni  –  per ogni granello del Rosario, in ogni Ave Maria  –  possano essere atti completi e perfetti di Volontà Divina e la stessa Vita di Gesù, nella Sua Umanità e Divinità, si ripeta in lei.

Alla luce delle verità del vivere nel Divin Volere, la preghiera del Santo Rosario può svolgere e dispiegare tutta la sua potenza e ricchezza: non sarà più soltanto la meditazione e contemplazione della vita di Gesù al fine di conformarsi ad essa e di imitarla, ma per la potenza della Volontà di Dio regnante e operante nell’anima come sua propria vita, diventa la vera ripetizione della Vita di Gesù in lei e la moltiplicazione di questa Vita, col suo valore ed effetti infiniti, per il bene di tutte le anime.

Pertanto, i venti misteri del Santo Rosario (Gioiosi, Luminosi, Dolorosi e Gloriosi) sono come pietre miliari che guidano l’anima lungo il suo cammino all’interno dell’Umanità di Nostro Signore, nella Sua Divina Volontà.

Tuttavia, Gesù fece molti altri atti durante la Sua Vita e ciascuno di essi contiene valore e ricchezze infinite di santità, di sapienza, di amore, di bellezza… che sospirano di comunicarsi all’anima. Ma per poterli ricevere è necessario riconoscerli, ricordarli, ripeterli in sé stessi. Ed ecco che il Santo Rosario diviene la guida di un cammino, di un giro negli atti della Divina Volontà, che può estendersi ed espandersi all’infinito, non solo negli atti della Redenzione, ma anche in quelli della Creazione (gli atti della Divina Volontà racchiusi e velati in ogni cosa creata) come pure in quelli della Santificazione (le operazioni dello Spirito Santo per la santificazione delle anime attraverso i Sacramenti, i doni divini della grazia, il Magistero della Chiesa). 

E, con una Guida come la nostra Mamma Celeste e la Luce dello Spirito Santo, il giro dell’anima nei confini infiniti della Divina Volontà sarà certo sicuro ed entusiasmante. L’anima stessa sentirà sempre più il bisogno di pregare lentamente, andando di atto in atto - da un granello all’altro - per poter prestare tutta l’attenzione alle sorprese, alle ricchezze e ai tesori posti lungo il suo cammino e così poterli ricevere con gratitudine e goderli con gioia, uno per uno. E continuando il suo viaggio nella Divina Volontà giorno per giorno tramite la preghiera del Santo Rosario, il suo abbandono alla guida amorosa della Mamma Celeste aumenterà e, con esso, la sua fiducia e creatività infantile nel passeggiare e volare negli infiniti possedimenti e ricchezze del Regno del suo Padre Celeste: il Regno della Divina Volontà, che è anche Regno suo.