SECONDO MISTERO del DOLORE 

La Flagellazione di Gesù alla colonna


Nella Tua Volontà, Ti seguo, o Gesù, in tutte le pene della tua Passione. Con il mio corpo voglio farTi scudo, per far ricadere su di me i colpi della tua terribile flagellazione.

Gesù flagellato è legato alla colonna mentre noi, coi nostri peccati ed attaccamenti - alle volte anche a cose indifferenti o buone in se stesse - aggiungiamo le nostre funi, non contenti delle funi con cui è stato legato. Se vogliamo sollevare l’afflitto Gesù, dobbiamo togliere prima le nostre catene, per poter giungere poi a togliere le catene delle altre creature. Queste nostre piccole catene molte volte non sono altro che piccoli attaccamenti alla nostra volontà, al nostro amor proprio un po’ risentito, alle nostre piccole vanità che, formando intreccio, legano dolorosamente l’amabile Gesù.

Fondiamoci invece continuamente con tutto il nostro essere nello straziato Gesù e, vivendo puri nella mente, nello sguardo, nelle parole, negli affetti - in modo da non aggiungere altri colpi su quel Corpo innocente - troviamoci pronti a difenderlo quando le creature Lo colpiscono con le loro offese ed insieme a Lui ripariamo tutti i peccati contro la modestia. E quando l’amante Gesù, per renderci simili a Lui, lega le anime nostre con le aridità, con le oppressioni, con i dolori e con qualunque altra specie di mortificazione, mettiamo queste pene intorno a Lui come corteggio per allontanarGli il dolore che Gli arrecano quelle anime che, sciogliendosi dalle sue catene, si allontanano da Lui.

Mio incatenato Gesù, le tue catene siano le mie, in modo che io senta sempre Te in me e Tu sempre me in Te.

Flagellato Gesù, il tuo Amore passa di eccesso in eccesso. Vedo che i carnefici prendono le funi e Ti battono senza pietà, tanto da illividire tutto il Tuo SS. Corpo, ed è tanta la ferocia, il furore nel batterTi, che sono già stanchi; ma altri due sottentrano, prendono verghe spinose e Ti battono tanto che, subito, dal Tuo Corpo SS. incomincia a scorrere a rivi il Sangue, poi lo pestano tutto, formano dei solchi e lo riempiono di piaghe. Ma non basta, altri due sottentrano ancora e, con catene di ferro uncinate continuano la dolorosa carneficina. Ai primi colpi, quelle carni peste e piagate si squarciano di più e cadono a brandelli per terra, restano scoperte le ossa, il Sangue diluvia, tanto da formarsi un lago di Sangue intorno alla colonna.

Mio Gesù, denudato Amor mio, mentre Tu sei sotto questa tempesta di colpi, io mi abbraccio ai tuoi piedi per poter prendere parte alle tue pene e restare tutto coperto del tuo preziosissimo Sangue. Sento che Tu gemi e dici:

“Voi tutti che Mi amate, venite ad imparare l’eroismo del vero amore! Venite a smorzare nel mio Sangue la sete delle vostre passioni, la sete di tante ambizioni, di tanti fumi e piaceri, di tante sensualità! In questo mio Sangue troverete il rimedio a tutti i vostri mali”.

I tuoi gemiti, Gesù, continuano a dire:

“Guardami, o Padre, tutto piagato sotto questa tempesta di colpi; ma non basta, voglio formare tante piaghe nel mio Corpo da dare sufficienti stanze nel Cielo della mia Umanità a tutte le anime, in modo da formare in Me stesso la loro salvezza, e poi farle passare nel Cielo della Divinità. Padre mio, ogni colpo di questi flagelli ripari innanzi a Te ogni specie di peccato a uno a uno e, come colpiscono Me, così scusino quelli che li commettono. Questi colpi colpiscano i cuori delle creature e parlino loro del mio Amore, tanto da forzarle ad arrendersi a Me”.

E’ accompagnandoTi nelle pene della tua dura Passione che scopro, o mio Gesù, di quale incendio d’infuocato Amore Tu soffri, tale da poter distruggere tutti i peccati anche immaginabili e possibili e da poter infiammare del tuo Amore tutte le creature anche di milioni e milioni di mondi.

Voglio anch’io, Vita mia, vivere di questo tuo infinito Amore, perciò entro in Te, o mio Gesù, in tutto il tuo interno, nelle più intime fibre della tua SS. Umanità, nei tuoi palpiti di fuoco, nella tua Intelligenza, che è come incendiata, prendo tutto questo Amore, e mi rivesto dentro e fuori del fuoco che Ti incendia. Esco poi fuori di Te e, riversandomi nella tua Volontà, vi trovo tutte le creature. Do ad ognuna di esse il tuo Amore, o Gesù, e, ritoccando i loro cuori, le loro menti con questo Amore, cerco di trasformarle tutte in amore. E poi, coi tuoi desideri, Gesù, coi tuoi palpiti, coi tuoi pensieri, con ogni tuo atto, formo Te, Gesù, nel cuore di ogni creatura. PortandoTi, quindi, tutte le creature, che tengono Te nel cuore, le metto intorno a Te per darTi ristoro e conforto. Non ho altri modi per darTi sollievo e dare ristoro al tuo Amore, che portarTi, mio Gesù, ogni creatura nel Cuore.

Mio flagellato Amore, Ti vedo ancora sotto gli spietati colpi dei carnefici: già sei irriconoscibile; il mio cuore non regge a tanto strazio, eppure i tuoi nemici non sono contenti ancora! Io vorrei metterTi in salvo coi miei ‘Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio’, vorrei strapparTi da quelle mani inique! Mio tormentato Gesù, io abbraccio i tuoi piedi divini e fo’ risuonare in ogni colpo che ricevi il mio Ti amo; ad ogni brandello di carne che Ti strappano, ad ogni piaga che si forma nel tuo Corpo, voglio gridare il mio Ti amo, per implorare che Tu ci spogli della veste dell’umana volontà e ci copra con quella del Divin Volere.

Pater, 10 Ave, Gloria

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