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“I tuoi desideri, le lacrime tue, risuonano al mio udito come una musica delle più gradite”.

Questa mattina il mio adorabile Gesù non ci veniva, onde ho molto aspettato; quando appena si è fatto vedere mi ha detto: “Come uno strumento musicale risuona gradito all'orecchio di chi lo ascolta, così i tuoi desideri, le lacrime tue, risuonano al mio udito come una musica delle più gradite; ma per fare che scenda più dolce e dilettevole ti voglio insegnare un altro modo, cioè desiderarmi non come desiderio tuo, ma come desiderio mio, perché io amo grandemente di manifestarmi teco. Insomma, tutto ciò che tu vuoi e desideri, volerlo e desiderarlo perché lo voglio io; cioè prenderlo da dentro di me e farlo tuo, così sarà più dilettevole la tua musica al mio udito, perché è musica uscita da me stesso”.

Poi ha soggiunto: “Tutto ciò che esce da me entra in me; ecco perciò che gli uomini si lamentano che non ottengono così facile quello che mi domandano, perché non sono cose che escono da me, e non essendo cose che escono da me, non sono così facili ad entrare in me e uscire per poi darsi a loro; perché esce da me ed entra in me tutto ciò che è santo, puro e celeste. Or qual mera­viglia se viene loro chiusa l’udienza quando ciò che mi domandano non sono [cose] prese dentro di me? Ecco, perciò, tieni tu bene a mente che tutto ciò che esce da Dio entra in Dio”.

Chi può dire ciò che comprendevo sopra queste due parole? Ma non ho parole a sapermi spiegare. Ah! Signore, datemi grazia che possa domandare tutto ciò che è santo e che sia desiderio e Volontà vostra, così potete comunicarvi con me più abbondantemente.

(Libro di Cielo 3° Volume - 9 agosto 1900)