Che cosa è vivere nella Divina Volontà

dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta

 Gesù mi ha steso le braccia e mi ha detto: “Vieni nel mio Volere anche un solo istante”.

Io mi son trovata in Gesù; il mio piccolo atomo nuo­tava nel Volere eterno, e siccome questo Volere eterno è un’atto solo che contiene tutti gli atti insieme, passati, presenti e futuri, io stando nel Volere eterno prendevo parte a quell’atto solo, che contiene tutti gli atti, quanto a creatura è possibile. Io prendevo parte anche agli atti che non esistono e che dovranno esistere fino alla fine dei secoli e finché Dio sarà Dio, ed anche per questi io l’amavo, lo ringraziavo, lo benedivo ... Non c’era atto che mi sfuggisse, ed ora prendevo l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, lo facevo mio, come era mio il loro Volere, e lo davo a loro come mio. Com’ero contenta di poter dar loro l’amore loro come mio! e come loro trovavano il pieno contento e sfogo completo nel ricevere da me il loro amore come mio! Ma chi può dire tutto? Mi mancano i vocaboli.

Ora il benedetto Gesù mi ha detto:

“Hai visto che cosa è vivere nel mio Volere? E’ scomparire, è entrare nell’ambito dell’eternità, è pene­trare nell’onnipotenza dell’Eterno, nella mente increata; è prendere parte a tutto, per quanto a creatura è possi­bile, ed a ciascun atto divino; è fruire anche stando in terra di tutte le qualità divine; è odiare il male in modo divino; è quello spandersi a tutti senza esaurire, perché la Volontà che anima questa creatura è divina; è la san­tità non ancora conosciuta, che farò conoscere, che metterà l’ultimo ornamento ed il più bello, il più fulgido di tutte le altre santità e sarà corona e compimento di tutte le altre santità”.

(Libro di Cielo 12° Volume - 8 aprile 1918)


Stavo leggendo ciò che riguardava la Divina Volontà, e sentivo tale impressione, come se vedessi scorrere nelle parole scritte una vita divina viva e palpitante; sentivo la forza della luce, la vita del calore del cielo, la virtù come operante del Fiat Divino in ciò che leggevo, e ringraziavo di cuore il mio Gesù che con tant’amore si era benignato di farmi scrivere. Ma mentre ciò facevo, il mio amato Gesù, come non potendo contenere lui stesso i sussulti del suo cuore, è uscito da dentro il mio interno e gettandomi le sue braccia al collo mi ha stretta forte al suo cuore per farmi sentire i suoi palpiti ardenti, e mi ha detto:

“Figlia mia, tu ringrazi me che ti ho fatto scrivere ciò che riguarda la mia Volontà, dottrina tutta di cielo e tiene virtù di comunicare la vita palpitante e tutta celeste di essa a chi leggerà questi scritti. La mia Volontà è palpitante in mezzo alle creature, ma vive soffocata dall’u­mano volere; questi scritti faranno sentire tanto forte il suo palpito, che soffocherà l’umano volere e prenderà il suo primo posto di vita che le spetta, perché la mia Volontà è il palpito e la vita di tutta la creazione. Perciò il valore di questi scritti è immenso, contengono il valore d’una Volontà Divina; se fossero scritti di oro, questo sarebbe superato di gran lunga dal gran valore che in sé stessi contengono. Questi scritti sono soli, impressi a caratteri di luce fulgidissima nelle pareti della patria celeste, e formano il più bello ornamento di quelle mura della città eterna, in cui i beati tutti restano rapiti e sorpresi nel leggere i caratteri della Suprema Volontà.

Perciò grazia più grande non potevo fare in questi tempi, di trasmettere i caratteri della patria celeste per mezzo tuo alle creature, i quali porteranno la vita del cielo in mezzo a loro. Onde come ringrazi me, io ringrazio te che ti sei prestata a ricevere le mie lezioni ed a fare il sacrificio di scrivere sotto la mia dettatura. Era la mia Volontà Divina che faceva scorrere, mentre tu scrivevi, la viva virtù del suo palpito ardente, eterno e vivificante, che imprimevo nei tuoi caratteri. Perciò tu rileggendoli ne senti la rinnovazione tutta celeste in essi impressa. Oh, come riuscirà difficile a chi leggerà questi scritti di non sentire la vita palpitante del mio Volere e di non scuotersi alla virtù del suo palpito vivificante dal letargo in cui si trovano!

Questi scritti sul mio Supremo Fiat, che colla forza della sua luce ecclisserà l’umana volontà, saranno balsamo alle umane ferite, saranno oppio a tutto ciò ch’è terra, le passioni si sentiranno morire, e dalla morte di esse risorgerà la vita del cielo in mezzo alle creature; saranno il vero esercito celeste, che mentre metteranno in stato d’assedio l’umana volontà e tutti i mali da essa prodotti, faranno risorgere la pace, la felicità perduta, la vita della mia Volontà in mezzo alle creature. L’assedio che metteranno non farà danno a nessuno, perché la mia Volontà è di mettere in stato d’assedio l’umano volere, affinché non più tiranneggia le povere creature, ma le lascia libere nel Regno della mia Volontà. Perciò ho tanto insistito ed insisto nel farti scrivere, ti ho tenuta in croce, ti ho sacrificata; era necessario, si trattava della cosa più importante, era l’eco del cielo, la vita di lassù che voglio formare sulla terra. Ecco la causa del mio continuo ritornello: ‘Sii attenta, non omettere nulla, ed il tuo volo nella mia Volontà sia continuo’ ”.

(Libro di Cielo 23° Volume – 29 gennaio 1928)