Libro di Cielo - Volume 20°

Settembre 20, 1926 (2)

Chi non fa la Volontà di Dio è come una costellazione celeste che esce dal suo posto. È come un membro slogato. È giorno per chi la fa e notte per chi non la fa.

Avendo finito di scrivere il libro, e dovendo[ne] incominciare un altro, sentivo il peso di scrivere e quasi amareggiata ho sospirato, ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, si faceva vedere che tentennava la testa e sospirando mi ha detto:

“Figlia mia, che c’è, che c’è, come non vuoi scrivere?”

Ed io, quasi tremando nel vederlo sospirare per causa mia, ho detto:

“Amor mio, voglio quello che vuoi tu; è vero che sento il sacrificio di scrivere, ma per amore tuo farò tutto”.

E Gesù ha soggiunto:

“Figlia mia, tu non hai compreso bene che significa vivere nella mia Volontà. Mentre tu sospiravi, la creazione tutti[1] e fino anch’io ho sospirato insieme con te, perché per chi vive in essa[2] una è la vita, uno l’atto, uno il moto, uno l’eco. Non può farne a meno di fare tra loro la stessa cosa[3], perché Dio è il moto primo, e tutte le cose create essendo uscite da un moto pieno di vita, non c’è cosa che non possiede il suo moto, e tutte girano intorno al moto primo del loro Creatore. Onde, la creazione tutta sta nella mia Volontà, ed il suo giro è incessante, rapido, ordinato; e per chi vive in essa[4] tiene il suo posto d’ordine in mezzo ad essa[5], ed insieme gira senza mai cessare, con rapidità, insieme con tutti.

Figlia mia, quel tuo sospiro di rincrescimento, a tutti ha formato il suo eco. E sai che cosa hanno sentito? Come se una costellazione volesse uscire dal suo posto, dall’ordine, dal giro rapido intorno al loro Creatore. E nel vedere questa costellazione celeste come uscire da mezzo a loro, tutti sono restati scossi e come intoppati interrotti[6] nel loro giro, ma subito rifatti dalla tua pronta adesione, continuando con ordine il loro rapido giro, magnificando il loro Creatore che li tiene avvinti a sé per farli girare intorno a lui.

Che diresti tu se vedessi una stella uscire da mezzo le altre e scendere nel basso? Non diresti: ‘È uscita dal suo posto, non fa più vita comune con le altre, è una stella smarrita’? Tale è chi, vivendo nella mia Volontà, volesse fare la sua: si sposta dal suo posto, discende dall’altezza dei cieli, perde la comunanza della famiglia celeste, si smarrisce dalla mia Volontà, si smarrisce dalla luce, dalla forza, dalla santità, dalla somiglianza divina, si smarrisce dall’ordine, dall’armonia, e perde la rapidità del giro intorno al suo Creatore. Perciò sii attenta, perché nel Regno del mio Volere non ci sono rincrescimenti, amarezze, ma tutto è gioia; non ci sono sforzi, ma tutto è spontaneità, come se la creatura volesse fare ciò che Dio vuole, come se lo volesse fare lui stesso”.

Io son rimasta spaventata nel sentire ciò dal mio dolce Gesù, e comprendevo il gran male che è il fare la propria volontà, e lo pregavo di cuore che mi desse tanta grazia di non farmi cadere in male sì grave. Ma mentre ciò facevo, l’amato mio bene è ritornato, ma si faceva vedere con le membra quasi tutte slogate, che gli davano dolore indicibile, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto:

“Figlia mia, queste membra slogate che mi danno tanto dolore, sono tutte le anime che non fanno la mia Volontà. Io, col venire sulla terra, mi costituii capo dell’umana famiglia ed esse sono mie membra. E queste membra venivano formate, rannodate, vincolate per mezzo degli umori vitali della mia Volontà. Come essa scorre in loro, così vengono messe in comunicazione col mio corpo e restano raffermate ciascuna al loro posto. La mia Volontà, come medico pietoso, non solo fa scorrere i suoi umori vitali e divini per formare la circolazione necessaria tra il capo e le membra, ma vi forma la sua perfetta fasciatura per fare restare legate e ferme le membra sotto il loro capo. Ora mancando la mia Volontà in loro, manca chi mette il calore, il sangue, la forza, il comando del capo per rendere operose le membra; manca chi [fa] la fasciatura se sono slogate, manca tutto. Si può dire che tutte le comunicazioni tra le membra ed il capo sono spezzate e stanno nel mio corpo per darmi dolore.

È la sola mia Volontà che mette d’accordo ed in comunicazione il Creatore e la creatura, il Redentore ed i redenti, il Santificatore ed i santificati. Senza di essa, la creazione, la redenzione, è come se fosse nulla per loro, perché manca chi fa scorrere la vita ed i beni che contengono. Gli stessi sacramenti serviranno loro di condanna, perché mancando la mia Volontà in loro[7], manca chi rompe il velo ai sacramenti per dare loro il frutto e la vita che contengono.

Perciò la mia Volontà è tutto; senza di essa le opere nostre più belle, i nostri prodigi più grandi, restano estranei alle povere creature, perché essa sola è depositaria di tutte le opere nostre, e quindi solo per mezzo suo [esse] vengono partorite alle creature. Oh! Se tutti sapessero che significa fare o non fare la mia Volontà, tutti si metterebbero d’accordo con essa per ricevere tutti i beni possibili ed immaginabili e la trasmissione della stessa vita divina”.

Onde dopo ciò, stavo facendo i miei soliti atti nel Supremo Volere e, siccome era quasi all’alba del giorno, stavo dicendo: “Mio Gesù, Amor mio, è già il principio del giorno ed io, nel tuo Volere, voglio girare per tutte le creature, affinché risorgendo dal loro sonno, risorgano tutte nella tua Volontà per darti l’adorazione di tutte le intelligenze, l’amore di tutti i cuori, il risorgimento di tutte le loro opere e di tutto l’essere loro, nella luce che questo giorno farà splendere su tutte le generazioni”. Mentre ciò ed altro dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

“Figlia mia, nella mia Volontà non ci sono giorni, né notti, né alba, né tramonti, ma uno è il suo giorno, sempre nella pienezza della sua luce, e chi vive in essa può dire: ‘Per me non ci sono notti, ma [è] sempre giorno, perciò uno è il mio giorno’. E come opera per compiere la mia Volontà e per svolgere la sua vita in essa, forma altrettante luci fulgidissime nel giorno della sua vita, che rendono più glorioso, più bello il giorno del mio Volere dove esse vivono.

Sai tu per chi viene formato il giorno e la notte, l’alba ed il tramonto? Per chi fa ora la mia Volontà ora la sua: se fa la mia forma il giorno, se fa la sua forma la notte. Chi vive del tutto in essa forma la pienezza del giorno. Chi non del tutto vive, ma solo con sforzo fa la mia Volontà, forma l’alba. Chi si lamenta di ciò che essa dispone e vuole sottrarsi, forma il tramonto; e chi non fa la mia Volontà è sempre notte perenne, principio di quella notte eterna dell’inferno che non avrà mai fine”.

 



[1] la creazione tutti, cioè tutte le cose create

[2] Divina Volontà

[3] Non può farne a meno di fare tra loro la stessa cosa, cioè Tutte le creature che vivono nella Divina Volontà non possono fare a meno di fare la stessa cosa

[4] Divina Volontà

[5] creazione

[6] Forse non originale di Luisa, ma sarebbe meglio dire impediti

[7] nelle creature

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