Libro di Cielo - Volume 19°

Marzo 19, 1926 (7)

Come la Divina Volontà eclissa tutto, la stessa creazione e redenzione, ed essendo vita di tutto porterà frutti maggiori.

Scrivo solo per obbedire e per compiere solo la Volontà di Dio. Onde stavo pensando tra me: “Il mio sempre amabile Gesù mi dice tante volte che io debbo essere copia della Mamma mia celeste, quindi abbracciare tutto, supplire per tutti per poter impetrare il sospirato Fiat, come la Sovrana Regina impetrò il sospirato Redentore; ma come lo posso fare? Lei era santa, concepita senza la macchia d’origine; io invece sono una delle più piccole e povere creature, concepita come tutti i figli di Adamo col peccato originale, piena di miserie e debolezze. Come potrò io dunque seguire i voli della Sovrana Signora nel Voler Divino per impetrare il santo[1] sospirato Fiat sulla terra, che vuole che regna il mio dolce Gesù[2]?”

Ora mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e, stringendomi forte nelle sue braccia, mi ha detto:

“Figlia mia, se la mia Mamma fu concepita senza macchia originale per poter impetrare il sospirato Redentore, [è] perché era giusto, decoroso che chi doveva essermi Madre neppure il germe della colpa avesse avuto mai esistenza in lei, e doveva essere la più nobile, la più santa di tutte le creature; ma di una nobiltà divina e d’una santità tutta simile al suo Creatore, per poter trovare in lei tanta grazia e capacità da poter concepire il Santo dei santi, il Verbo eterno.

Molte volte si fa anche questo dalle creature, che se devono conservare cose preziose e di grande valore, preparano vasi tersissimi e d’un valore equivalente alle cose preziose che si devono conservare in essi. Invece [se] sono cose ordinarie e di poco valore, si preparano vasi di creta e di pochissimo valore né si ha cura di tenerlo[3] sotto chiave come un vaso tersissimo, ma lo tengono esposto. Sicché dalla preziosità del vaso e dal come si tiene custodito si può conoscere se le cose che contiene sono preziose e di grande valore.

Or dovendo io ricevere il suo sangue per essere concepito nel suo seno, era giusto che tanto l’anima quanto il suo corpo fosse tersissimo, e arricchita di tutte le grazie, privilegi e prerogative possibili ed immaginabili che Dio può dare e la creatura ricevere.

Ora figlia mia, se tutto ciò fu nella mia cara Mamma, perché doveva far scendere il sospirato Redentore sulla terra, anche a te, avendoti scelta per il sospirato Fiat, sospirato dal cielo e dalla terra, sospirato con tanto amore ed ansie dalla stessa Divinità, anzi sospirato più da Dio che dagli uomini, dovevo darti tanta grazia, da non deporre in un’anima e corpo corrotto le conoscenze appartenenti alla mia Volontà, non solo, ma la sua stessa vita che doveva formare e svolgere in te. Quindi, facendo uso del suo potere, se non ti esentò dalla macchia d’origine, con la sua potenza depresse e la tenne ferma sul fomite, affinché non producesse i suoi corrotti effetti. Sicché in te la mia Volontà tiene schiacciata la macchia d’origine, e senza vita.

Ciò era giusto e ci voleva alla nobiltà, al decoro ed alla santità della Suprema Volontà. Se in te ci fossero effetti non buoni, la mia Volontà troverebbe le ombre, le nebbie e non potrebbe spandere i suoi raggi di verità come il sole nel suo pieno meriggio, molto meno formare in te il centro dello svolgimento della sua vita divina, perché essa è tanto tersa e santa che non sa stare né adattarsi col minimo neo a vivere insieme”.

Io nel sentire ciò tremando ho detto: “Gesù, che dici? Possibile tutto ciò? Eppure io mi sento così misera e piccola, che sento il bisogno di te, della tua assistenza e della tua presenza per poter continuare a vivere, e tu sai in che stato compassionevole mi riduci quando mi privi di te”.

E Gesù, interrompendo il mio dire, ha soggiunto: “Figlia mia, non ti meravigliare, ciò lo richiede la santità del mio Volere, e siccome si tratta della cosa più grande che esiste in cielo e in terra, si tratta che se nella redenzione venni a salvare l’uomo, ora si tratta di mettere in salvo la mia Volontà nelle creature e quindi di far conoscere lo scopo della creazione, della redenzione, i beni che vuole dare il mio Volere, la vita che vuol formare in ciascuna creatura, i diritti che ad esso convengono. Quindi mettere in salvo una Volontà Divina in mezzo alle creature è la cosa più grande, e la mia Volontà conosciuta e regnante supererà i frutti della creazione e redenzione, sarà corona delle opere mie ed il trionfo delle opere nostre. E se la mia Volontà non viene conosciuta, amata e compiuta, né la creazione né la redenzione avrà il suo pieno scopo né il frutto completo. La creazione, la redenzione uscì da dentro il mio Fiat onnipotente, e per fare che la nostra gloria fosse completa e la creatura ricevesse tutti gli effetti ed i beni che contengono, deve ritornare tutto nella nostra Volontà”.

Ora chi può dire come la mia povera mente nuotava nell’immensità del Voler eterno? Ciò che comprendevo? Ma il punto che più m’impressionava era che il Fiat doveva superare lo stesso bene della redenzione, con l’aggiunta di una ritrosia terribile di non manifestare[4] ciò che sta detto di sopra, per il timore che l’ubbidienza m’imponesse di scrivere. Oh, come avrei voluto tacere! Ma col Fiat non si discute, perché in qualunque modo la vittoria dev’essere sempre sua.

Onde il mio dolce Gesù, sempre benigno, ritornando mi ha detto:

“Figlia mia, è necessario che ciò manifesti, non per te, ma per il decoro e santità che si conviene al mio Volere. Credi tu che tutto il lavorio che ho fatto dentro dell’anima tua per quarant’anni e più, è stato sol per te, per il bene che ti volevo e ti voglio? Ah, no! È stato più di tutto per il decoro di ciò che conveniva alla mia Volontà, per fare che venendo essa a regnare in te trovasse il mio lavorio, le mie preghiere incessanti che l’invitavano a venire, il trono delle mie opere, delle mie pene, dove potesse dominare e formare la sua dimora, la luce della sua stessa conoscenza, onde potesse trovare in te gli onori e la stessa sua gloria divina. Perciò era necessario le tante mie manifestazioni sulla Suprema Volontà, per la decenza che le conviene.

Ora tu devi sapere che la mia Volontà è più grande e più interminabile della stessa redenzione, e ciò che è più grande porta sempre frutti e beni maggiori. La Volontà mia è eterna, nel tempo e nell’eternità, né ebbe principio e né avrà mai fine. Invece la redenzione, sebbene fu eterna nella mente divina, ma nel tempo ebbe il suo principio, fu un prodotto dell’eterna Volontà; sicché non fu la redenzione che diede vita al Divino Volere, ma fu il mio Volere che diede vita alla redenzione e ciò che tiene il potere di dar vita, per natura e per necessità si deve rendere più fruttuoso di chi ha ricevuto la vita.

Ma ciò non è tutto. Nella creazione la Divinità uscì fuori di sé le ombre della sua luce, le ombre della sua sapienza, della sua potenza, sfiorò tutto l’Essere suo in tutto il creato, sicché la bellezza, l’armonia, l’ordine, l’amore, la bontà di Dio che si vede in tutta la creazione, sono similitudini divine, ombre della Maestà Suprema. Invece la mia Volontà, non la nostra similitudine, la nostra ombra, ma uscì fuori nel campo della creazione come vita di tutte le cose create, sicché essa è vita, base, sostegno, vivificazione e conservazione di tutto ciò che è uscito dalle nostre mani creatrici.

Perciò alla Suprema Volontà tutto si deve; la mia stessa redenzione ad essa piega le ginocchia per implorare che si costituisse vita d’ogni mio atto, del mio palpito, del mio patire e fin del mio respiro, affinché potessi far scorrere nelle creature gli aiuti vitali per salvarlo[5]. La mia redenzione si può chiamare l’albero la cui radice è la Divina Volontà, e siccome ha prodotto il tronco, i rami, le foglie, i fiori di tutti i beni che ci sono nella Chiesa, quindi deve produrre il frutto di vita che contiene la radice di quest’albero.

E poi la creazione uscì da noi a[l] solo scopo che la nostra Volontà fosse conosciuta, amata più che la stessa vita, e perciò si costituì vita di tutto affinché fosse compiuta. Tutte le altre cose da noi create ed anche la stessa redenzione furono date come aiuti per facilitare il nostro scopo; quindi se non otteniamo il primo nostro scopo, come possiamo ottenere la nostra gloria completa e la creatura ricevere il bene da noi stabilito?

Oltre di ciò la creazione, la redenzione ed il Fiat Voluntas Tua come in cielo così in terra simboleggiano la Trinità Sacrosanta, che [come] le Divine Persone sono inseparabili tra loro, così queste [opere] sono inseparabili tra loro, una dà la mano all’altra, una aiuta l’altra; il trionfo, la gloria è di tutte e tre. E siccome la nostra Volontà ha tenuto il posto primario in tutte le opere nostre, perciò la creazione, la redenzione restano eclissate e come sperdute nell’immensità ed interminabilità della Suprema Volontà. Essa tutto involge e tiene le stesse cose fatte da noi come suo trono dove regna e domina.

Dunque se essa è tutto, qual meraviglia è la tua, che porterà frutti maggiori delle altre opere nostre e l’uomo riceverà quella vita che tiene e non conosce? La tiene come compressa, affogata, affievolita, ed essa geme, sospira perché vuole svolgere la sua vita e non le viene concesso.

Perciò sii attenta, perché la conoscenza della mia Volontà scuoterà l’uomo e sarà come cemento al tarlo che produsse il peccato originale all’albero delle umane generazioni; onde rafforzata la radice, potrà la creatura far vivere in sé quella vita che con tanta ingratitudine respinse”.

 



[1] tanto

[2] che vuole che regna il mio dolce Gesù?, cioè che il mio dolce Gesù vuole che regni?

[3] il vaso di poco valore

[4] non manifestare, cioè dover manifestare

[5] l’uomo

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