Libro di Cielo - Volume 18°

Febbraio 21, 1926 (26) 

Chi è nata nella mia Volontà può essere anche madre, col dare alla luce molti figli al mio supremo Volere.

Mi sentivo tutta immersa nel Santo Voler Divino; un’aria celeste e divina mi circondava, ed una luce inaccessibile mi faceva presente, come in atto, tutti gli atti del Voler supremo, i quali, trovando in me lo stesso Volere, mi davano il bacio ed il loro amore, ed io gli ridavo il mio bacio ed imprimevo il mio ti amo in ogni atto dell’eterno Volere. Mi sembrava che tutti volevano essere riconosciuti da me, per averne il mio ricambio, accordo perfetto, e scambievole possesso. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e colle sue mani divine mi legava in quella luce, in modo che nulla più vedevo che Gesù, la sua Volontà e tutto ciò che Essa faceva. Come mi sentivo felice! Quante gioie inesprimibili provavo! Gesù stesso era tutto in festa, e provava tale contento nel vedermi tutta per il suo Volere e nel suo Volere, che sembrava che dimenticava tutto per occuparsi solo della sua Volontà, affinché fosse completa in me, e trionfando di tutto, potesse avere lo scopo per cui tutte le cose furono create.

Onde, dopo mi ha detto: “Figlia mia, piccola neonata della mia Volontà, tu devi sapere che chi è nata nella mia Volontà può essere anche madre, col dare alla luce molti figli al mio supremo Volere. Per essere madre è necessario avere materia sufficiente nell’interno, per poter formare col suo sangue, colla sua carne e con gli alimenti continui, il parto che si vuol dare alla luce; se non c’è il germe e materia sufficiente, è inutile sperare d’essere madre. Ora, in te, essendo tu nata nel mio Volere, c’è il germe della fecondità, come pure c’è materia sufficientissima di tutte le manifestazioni che ti ho fatte nel mio Volere. Ogni conoscenza che ti ho data, si può dire che può dare un figlio, alla luce, alla mia Volontà; i tuoi atti continui nel mio Volere sono alimenti abbondanti, per formarli prima in te questi figli del cielo, e poi uscirli fuori come trionfo, onore e gloria e corona della mia Volontà, e perenne gioia della madre che li ha partoriti. Vedi, dunque, che significa una manifestazione di più: è un parto di più che fa la mia Volontà, è una vita divina che esce a bene delle creature, è un debilitare le forze dell’umana volontà, per costituirvi la fortezza della Volontà Divina. Come, dunque, devi stare attenta a non sperdere nulla, anche delle più piccole manifestazioni che ti faccio, perché verresti a togliermi l’onore di avere un figlio di più, che può narrare a tutti, un bene di più sulla mia Volontà per darlo alle creature, onde poterla amare di più e farsi soggiogare dalla potenza del mio supremo Volere”.

Onde, non so come, mi sentivo il solito timore che potessi uscire menomamente dalla Santissima Volontà, ed il mio sempre amabile Gesù è ritornato di nuovo, e tutto amore mi ha detto: “Figlia mia, perché temi? Senti, quando t’affanni e t’affliggi per paura di uscire dal mio Volere, io me la rido e ne faccio uno scherzo, perché so che è tanta l’acqua del mare della mia Volontà che ti circonda, che non troveresti i confini per uscirne; dovunque vorresti volgere il passo, a destra o a sinistra, avanti o indietro, cammineresti, sì, ma sempre nell’ac­qua del mare della mia Volontà; e quest’acqua l’hai for­mata tu stessa coi tanti atti che hai fatto in Essa, perché essendo la mia Volontà interminabile, facendo i tuoi atti in Essa, venivi a formare intorno a te un mare da cui non puoi uscirne. Sicché ogni atto che fai, viene a formare nuova acqua per allargare maggiormente il mare della suprema Volontà, dentro e fuori di te; i tuoi stessi timori d’uscire dall’origine donde sei nata, sono ondate che formi, che agitandoti, ti sprofondano di più nell’abisso del mare del mio Volere. Perciò io non ti faccio nessun rimprovero, perché so dove stai, e piuttosto chiamo la tua attenzione a vivere in pace nel mio Volere, oppure ti faccio una sorpresa col dirti altre cose più sorprendenti sull’eterno Volere, in modo che, sorpresa, dimentichi tutto, anche i tuoi timori, e con pace navighi il mare della mia Volontà, ed io, divin Nocchiero, mi diletto di guidare colei che vive ed è tutta per il nostro supremo Volere”.

Sia tutto a gloria di Dio ed a confusione mia, che sono la più misera delle creature. 

Deo Gratias!

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