Libro di Cielo - Volume 12°

Ottobre 3, 1918 (63) 

Come la giustizia deve equilibrarsi.

Stavo pregando il benedetto Gesù che si placasse; ed appena è venuto, e gli ho detto: “Amor mio, Gesù, com’è brutto vivere in questi tempi! Dovunque si sento­no lacrime e si veggono dolori, il cuore mi sanguina, e se il tuo Santo Volere non mi sostenesse, certo non potrei più vivere. Ma, oh, quanto mi sarebbe più dolce la morte!” Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, è la mia giustizia che deve equilibrarsi, tutto è equilibrio in me. Ma il flagello della morte tocca le anime con l’impronta della grazia, tanto che quasi tutti chiedono gli ultimi sacramenti. L’uomo è giunto a tanto che, solo quando si vede toccata la propria pelle e si sente disfare, si scuote, tanto che gli altri che non sono toccati vivono spensierati e continuano la vita del peccato.

E’ necessario che la morte mieta per togliere tante vite che non fanno altro che far nascere spine sotto i loro passi, e questo di tutte le classi, secolari e religiosi. Ah! Figlia mia, sono tempi di pazienza; non ti allarmare e prega che il tutto ridondi a gloria mia ed a bene di tutti”.

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