Libro di Cielo - Volume 12°

Marzo 16, 1918 (37) 

L’alimento di Gesù. La rassicura.

Mi sentivo un gran bisogno e rivolgevo a Gesù i miei dolorosi lamenti; e lui tutto bontà è uscito da dentro il mio interno, vestito con una veste tempestata di dia­manti fulgidissimi e come svegliandosi da un gran son­no, e tutto tenerezza mi ha detto:

“Figlia mia, che vuoi? I tuoi lamenti hanno ferito il mio cuore e mi son destato per rispondere subito ai tuoi bisogni. Tu devi sapere che io stavo nel tuo cuore, e come tu facevi i tuoi atti, le tue preghiere, le riparazioni, come ti versavi nel mio Volere e mi amavi, io prendevo tutto per me e me ne servivo per alimentarmi ed ab­bellire la mia veste di preziosi diamanti. Tanto vero ciò che, mentre tu mi amavi, pregavi ed altro, io non restavo digiuno come se nulla facessi: ero io che prendevo tutto per me, avendomi dato tu piena libertà. Ora quando ciò fa l’anima, nei suoi bisogni non so starmi a riposo, io mi fo tutto per lei. Dimmi, dunque, che vuoi?”

Ed io gli ho detto i miei estremi bisogni versando amare lacrime, tanto da bagnare le mani santissime di Gesù. Ed il dolce Gesù mi ha stretto al suo cuore, versando dal suo nel mio un’acqua dolcissima che tutta mi ristorava, e poi ha soggiunto:

“Figlia mia, non temere, io sarò tutto per te. Se le creature verranno a mancare, io farò tutto, ti legherò e ti scioglierò, non ti mancherò mai. Mi sei troppo cara, ti ho cresciuto nel mio Volere, sei parte di me stesso; ti farò di guardia e dirò a tutti: ‘Nessuno me la tocchi’. Perciò chetati, che il tuo Gesù non ti lascia”. 

<          >