Libro di Cielo - Volume 11°

Aprile 10, 1914 (75)

Il centro di Gesù sulla terra è l’anima che fa la sua Volontà. La Divina Volontà è riposo perpetuo.

Questa mattina il mio sempre amabile Gesù è venuto crocifisso e mi partecipava le sue pene, e mi ha tirato a sé tanto, nel mare della sua passione, che quasi passo per passo la seguivo; ma chi può dire tutto ciò che comprendevo? Sono tante[1] che non so da dove prendere; dico solo che nel vedergli strappare la corona di spine - le spine mantenevano il sangue per non farlo del tutto uscire - nello strappare la corona di spine quel sangue è sboccato fuori da quei piccoli fori e pioveva a larghi rivi sulla faccia, sopra i capelli e poi andava scendendo su tutta la Persona di Gesù.

E Gesù: “Figlia, queste spine che mi pungono la testa pungeranno l’orgoglio, la superbia, le piaghe più nascoste [delle creature], per farle[2] uscire fuori il pus che contengono, e le spine intinte del mio sangue le risaneranno e restituiranno la corona che il peccato aveva loro tolto”.

E poi Gesù mi faceva passare ad altri passi della passione, ma io mi sentivo trafiggere il cuore nel vederlo tanto soffrire, e lui quasi per sollevarmi ha ripreso a parlare del suo Santo Volere:

“Figlia mia, il mio centro sulla terra è l’anima che fa la mia Volontà. Vedi, il sole sulla terra spande la luce ovunque, ma vi tiene il suo centro; io nel Cielo sono vita di ciascuno dei beati, ma vi ho il mio centro, il mio trono; così in terra mi trovo dappertutto, ma il mio centro, il luogo dove erigo il mio trono per regnare, i miei carismi, le mie compiacenze, i miei trionfi ed il mio stesso cuore palpitante, tutto me stesso, si trova come in proprio centro nell’anima che fa la mia Santissima Volontà. Tanto è immedesimata con me quest’anima, che mi diventa inseparabile, e tutta la mia sapienza e potenza non sa trovare mezzi come disgiungersi menomamente da lei”.

Poi ha soggiunto: “L’amore ha le sue ansie, i desideri, gli ardori, le sue irrequietezze; la mia Volontà è riposo perpetuo. E sai perché? Perché l’amore contiene il principio, il mezzo e la fine dell’opera, quindi per venire a fine, si suscitano le ansie, le irrequietezze, ed in queste molto d’umano si mescola, ed imperfetto; e se [le creature] non uniscono passo a passo Volontà mia ed amore, povero amore, come resta disonorato anche nelle opere più grandi e più sante! Invece la mia Volontà opera in un atto semplice, dando l’anima tutta l’attitudine dell’o­pera alla mia Volontà, e mentre la mia Volontà opera lei riposa. Quindi non operando l’anima, ma la mia Volontà in lei, non ci sono ansie né irrequietezze, e [le anime] sono scevre da qualunque imperfezione”.

 



[1] sono tante, cioè: è tanto

[2] farne

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