Libro di Cielo - Volume 11°

Marzo 8, 1914 (68)

Chi sta nella Divina Volontà, [per] tutto ciò che fa Gesù può dire: “È mio”. Vivendo e morendo nel Divin Volere, non c’è bene che l’anima non si porti con sé.

Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù non ha lasciato di parlarmi spesso spesso della sua Santissima Volontà; dirò quel poco che mi ricordo. Quindi stando poco bene, nel venire il benedetto Gesù mi disse:

“Figlia mia, chi sta nella mia Volontà, [per] tutto ciò che faccio, può dire l’anima: ‘È mio’, perché la volontà dell’anima sta tanto immedesimata con la mia, che ciò che fa la mia Volontà, fa essa. Sicché vivendo e morendo nel mio Volere, non c’è bene che con sé non si porti, perché non c’è bene che la mia Volontà non contenga, e [di] tutti i beni che si fanno dalle creature, la mia Volontà ne è la vita; onde morendo l’anima nella mia Volontà, si porta con sé le messe che si celebrano e le preghiere e le opere buone che si fanno, perché sono tutte frutti della mia Volontà. E poi tutto ciò è molto meno a confronto dell’operato stesso della mia Volontà che l’anima con sé si porta come suo: basta un istante dell’operato della mia Volontà per sorpassare tutto l’operato di tutte le creature passate, presenti e future.

Sicché l’anima morendo nella mia Volontà, non c’è bellezza che la pareggi né altezze né ricchezze né santità né sapienza né amore, nulla, nulla la possono[1] eguagliare; sicché [per] l’anima che muore nella mia Volontà, nell’ingresso che farà nella patria celeste non si apriranno le sole porte del Cielo, ma tutto il Cielo si abbasserà per farla entrare nel celeste soggiorno per fare onore all’operato della mia Volontà. Che dirti poi la festa, la sorpresa di tutti i beati nel vedere quest’anima tutta improntata dell’operato della Volontà Divina, nel vedere in quest’anima che tutto ha fatto nel mio Volere, che tutto ciò che ha fatto in vita, ogni suo detto, ogni pensiero, parola, opera, azione, eccetera, sono tanti soli che l’ador­nano, ed uno diverso dall’altro nella luce e nella bellezza? Nel vedere in quest’anima i tanti rivoli divini che inonderanno tutti i beati e che non potendoli contenerli il Cielo scorreranno anche in terra a bene dei viatori?

Ah! Figlia mia, la mia Volontà è il portento dei portenti, è il segreto per trovare la luce, la santità, le ricchezze, è il segreto di tutti i beni, e non è conosciuto, e quindi né apprezzato né amato; apprezzalo ed amalo al­meno tu e fallo conoscere a chi ne vedi disposti”.

Un altro giorno, stando soffrendo mi sentivo di non poter far nulla, onde mi sentivo oppressa, e Gesù stringendomi tutta mi disse:

“Figlia mia, non affannarti, cerca solo di stare abbandonata nella mia Volontà, ed io farò tutto per te, perché è più un solo istante nella mia Volontà, che tutto ciò che potresti fare di bene in tutta la tua vita”.

Ricordo ancora che un altro giorno mi disse:

“Figlia mia, chi veramente fa la mia Volontà può dire che [per] tutto ciò che si svolge in sé, tanto nell’anima quanto nel corpo, ciò che sente, ciò che soffre, può dire: ‘Gesù soffre, Gesù è oppresso’; perché tutto ciò che le creature mi fanno, mi giunge fin nell’anima in cui dimoro che fa la mia Volontà. Sicché se le freddezze delle creature mi giungono, la mia Volontà le sente, ed essendo la mia Volontà vita di quell’anima, di conseguenza ne avviene che anche l’anima le sente; sicché invece di affliggersi di queste freddezze come sue, deve stare intorno a me per consolarmi e ripararmi per le freddezze che mandano le creature; così se sente distrazioni, oppressione ed altro, deve stare intorno a me per sollevarmi e ripararmi, non come cose sue, ma come mie. Perciò l’anima che vive della mia Volontà sentirà tante diverse pene a secondo le offese che mi fanno le creature, ma repentinamente e quasi da soprassalto, come pure proverà gioie, contenti indescrivibili; e se nell’una[2] deve occuparsi a consolarmi e ripararmi, nelle gioie e contenti a goderseli, ed allora la mia Volontà trova il mio tornaconto, altrimenti ne resterà contristata e senza poter svolgere ciò che contiene il mio Volere”.

Un altro giorno mi disse: “Figlia mia, chi fa la mia Volontà, assolutamente non può andare in purgatorio, perché la mia Volontà purga l’anima di tutto, ed aven­dola tenuta sì gelosa[mente] in vita custodita nel mio Volere, come potrò permettere che il fuoco del purgatorio la tocchi? E poi al più le potrà mancare qualche abbigliamento, e la mia Volontà prima di svelarle la Divinità, la va abbigliando di tutto ciò che le manca, e poi mi svelo”.

 



[1] può

[2] nelle pene

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