Libro di Cielo - Volume 11°

Novembre 18, 1913 (66)

Tanto di bene può produrre la croce per quanto con­nesso tiene l’anima con la Volontà di Dio.

Stavo pensando al mio povero stato e come anche la croce è sbandita da me, e Gesù nel mio interno mi ha detto:

“Figlia mia, quando due volontà sono opposte tra loro, una forma la croce dell’altra; così tra me e le creature: quando la loro volontà è opposta alla mia, io formo la croce loro e loro la croce mia, sicché io sono l’asta lunga della croce e loro la corta, che incrociandosi formano la croce. Ora quando la volontà dell’anima si unisce con la mia, le aste non restano più incrociate, ma unite tra loro, e quindi la croce non è più croce; hai capito? E poi io santificai la croce, non me la croce, sicché non è la croce che santifica, è la rassegnazione alla mia Volontà che santifica la croce; onde anche la croce tanto di bene può operare per quanto connesso tiene con la mia Volontà.

Non solo ciò, la croce santifica, crocifigge parte della persona, ma la mia Volontà non risparmia nulla, santifica tutto e crocifigge i pensieri, i desideri, la volontà, gli affetti, il cuore, tutto, ed essendo luce, la mia Volontà fa vedere all’anima la necessità di questa santificazione e crocifissione completa, in modo che essa stessa m’incita a voler compiere il lavorio della mia Volontà su di lei. Sicché la croce, le altre virtù, purché abbiano qualche cosa si contentano e se possono inchiodare la creatura con tre chiodi ne menano trionfi; invece la mia Volontà non sapendo fare opere incomplete non si contenta di tre chiodi, ma di tanti chiodi per quanti atti di mia Volontà dispongo sulla creatura”.

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