Luglio 4, 1912 (25)
Stamane dopo la comunione stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: “In che stato mi son ridotta! Pare che tutto mi sfugge, patire, virtù, tutto”.
E Gesù: “Figlia mia, che c’è? Vuoi perdere il tempo? Vuoi uscire dal tuo nulla? Mettiti al tuo posto, al tuo nulla, affinché il Tutto potesse tenere il posto in te. Sappi però che tutta devi morire nella mia Volontà: il patire, le virtù, tutto. Il mio Volere dev’essere la tomba dell’anima, e come nella tomba la natura si consuma fino a scomparire affatto, e dalla stessa consumazione risorgerà a vita più bella e novella, così l’anima, sepolta nella mia Volontà come dentro d’una tomba, morrà al patire, alle sue virtù, ai suoi beni spirituali, e risorgerà in tutto alla vita divina.
Ah, figlia mia, pare che vuoi imitare i mondani che son portati a ciò che è nel tempo e finisce, e [di] ciò che è eterno non ne fanno conto! Diletta mia, perché non vuoi imparare a vivere solo del mio Volere? Perché non vuoi vivere solo della vita del Cielo, anche stando sulla terra? Il mio Volere è l’amore, quello che non muore mai, sicché per te il sepolcro dev’essere la mia Volontà, il coperchio che ti deve serrare, incalcinare senza darti più speranza d’uscire è l’amore. E poi ogni pensiero che riguarda se stesso, anche sulle stesse virtù, è sempre guadagnare per sé e sfuggire dalla vita divina, mentre se l’anima pensa solo a me, riguarda me, prende in sé la vita divina, e prendendo la vita divina sfugge l’umana e prende tutti i beni possibili. Ci siamo intesi?”
fonte audio: www.divinavoluntas.it
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