Libro di Cielo - Volume 11°

Maggio 30, 1912 (21)

Per l’anima che veramente ama Gesù, non ci può essere separazione da lui.

Continuando il mio solito stato, mi sentivo oppressa per la privazione del mio sempre amabile Gesù, e venendo mi ha detto:

“Figlia mia, quando sei priva di me, serviti della mia stessa privazione come[1] rendere duplici, triplici, centuplici gli atti d’amore verso di me, in modo da formarti un ambiente dentro e fuori tutto d’amore, in modo che in questo ambiente mi troverai più bello e come rinato a nuova vita, perché dove c’è amore, là io ci sono; e perciò per l’anima che veramente mi ama non ci può essere separazione, anzi formiamo la stessa cosa, perché l’amo­re pare che mi crea, mi dà vita, mi alimenta, mi fa crescere; nell’amore trovo il mio centro e mi sento ricreato, rinato, mentre sono eterno, senza principio e senza fine, ma per cagione dell’anima che mi ama, mi piace tanto l’amore che mi sento come rifatto.

Oltre di ciò, in questo amore io trovo il mio vero riposo; si riposa la mia intelligenza nell’intelligenza che mi ama, si riposa il mio cuore, il mio desiderio, le mie mani, i miei piedi, nel cuore che mi ama, nel desiderio che mi ama e desidera solo me, nelle mani che operano per me, nei piedi che camminano solo per me. Sicché parte per parte io vado riposando nell’anima che mi ama, e l’anima col suo amore mi trova in tutto e dappertutto e si riposa tutta in me, e nel mio amore resta rinata, abbellita e cresce in modo mirabile nel mio stesso amore”. 



[1] per

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fonte audio: www.divinavoluntas.it

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