Libro di Cielo - Volume 4°

Dicembre 27, 1901 (97)

Gesù: ‘Somministratore’ della Santissima Trinità. Scissione tra i preti.

È inutile il dire il [mio] povero stato, come mi son ridotta; sarebbe un voler rincrudelire e far più profonde le piaghe dell’anima mia, perciò passo tutto in silenzio facendo un’offerta al Signore. Onde questa mattina mentre ne piangevo la perdita del mio adorabile Gesù, è venuto il confessore e mi ha dato l’ubbidienza di pregare il Signore che si benignasse di venire. Pare ch'è venuto, ed avendo il confessore messo l’intenzione della crocifissione, mi ha partecipato i dolori della croce, e mentre ciò faceva ha detto al confessore:

“Io fui somministratore della Santissima Trinità, cioè somministrai alle genti la potenza, la sapienza, la carità delle Divine Persone. Voi essendo mio rappresentante, non dovete far altro che continuare la stessa opera mia presso le anime; e se non v’interessate, venite a spezzare l’opera da me incominciata, ed io mi sento defraudato nell’esecuzione dei miei disegni e son costretto a ritirare la potenza, la sapienza, la carità che vi avrei somministrato, se aveste adempito l’opera da me affidatavi”.

Dopo ciò pareva che mi trasportava fuori di me stessa, e da lontano si vedeva una moltitudine di persone da cui veniva una puzza insopportabile, e Gesù ha detto:

“Figlia mia, che scisso[1] faranno i preti tra loro, e questo sarà l’ultimo colpo per fomentare tra i popoli, partiti e rivoluzione”. E lo diceva tanto amareggiato da far compassione.

Onde dopo ciò, ricordandomi del mio stato gli ho detto:

“Ditemi Signor mio, volete che mi faccia dare l’ub­bidienza che finisca di stare in questo stato, molto più che non soffrendo più come prima, mi veggo inutile?”

E lui mi ha risposto: “Giusto!” Ma tanto afflitto, ed il mio cuore irrequieto come se non avessi voluto che mi avesse risposto così. Onde ho replicato: “Ma, Signore, non che io voglia uscire, ma voglio conoscere il vostro Santo Volere, perché essendo che il mio stato veniva [per]ché voi venivate a me e mi partecipavate le vostre sofferenze, essendo questo cessato, temo che neppure voleste che continui a stare nel letto”.

E Gesù ha detto: “Hai ragione, hai ragione”.

Ma che? Il cuore me lo sentivo crepare per le risposte datemi da Gesù benedetto, ed ho soggiunto:

“Ma mio Signore, ditemi almeno qual è più la maggior gloria vostra: che continuassi a stare ancorché dovessi crepare o che mi faccia dare l’ubbidienza che finisca?”

E Gesù vedendo che non la finivo su ciò, lui stesso ha cambiato discorso col dirmi:

“Figlia mia, mi sento da tutti offeso; vedi, anche le anime divote hanno l’occhio a scrutinare se è o non è colpa, ma emendarsi, estirpare la colpa, non già; segno che non c’è né dolore né amore, perché il dolore e l'amore sono due unguenti efficacissimi, che applicati all'anima la rendono perfettamente guarita; ed uno corrobora e fortifica maggiormente l’altro”.

Ma io pensavo alla mia povera posizione, e volevo ridire di nuovo, per conoscere la Volontà del Signore con chiarezza; ma Gesù mi è scomparso, ed io ritornando in me stessa mi vedevo tutta confusa sul da fare, onde per essere sicura ho esposto tutto all'ubbidienza, la quale vuole che continui a starmi. Sia fatta sempre la Volontà del Signore.

 


[1] scissione

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