Libro di Cielo - Volume 4°

Agosto 6, 1901 (80)

L’amore dei beati è proprietà divina, ma l’amor dei viatori è come proprietà che [Gesù] sta in atto di farne acquisto.

Questa mattina avendo fatto la comunione, il mio adorabile Gesù si faceva vedere tutto sofferente ed offeso, che muoveva a compassione; io l’ho stretto tutto a me e gli ho detto: “Dolce mio Bene, quanto sei amabile e desiderabile! Come gli uomini non ti amano, anzi vi offendono? Amando voi tutto si trova, e l’amarti, tutti i beni contiene, e non amandoti ogni bene ci sfugge; eppure chi è che ti ama? Ma deh, tesoro mio carissimo, mettete da parte le offese degli uomini e per poco sfoghiamoci in amarci!”

Allora Gesù ha chiamato tutta la corte celeste ad essere spettatori del nostro amore, ed ha detto:

“L’amor di tutto il cielo non mi renderebbe pago e contento se non ci fosse il tuo unito; molto più che quell'amore è proprietà mia che nessuno mi può togliere, ma l’amor dei viatori è come proprietà che sto in atto di farne acquisto; e siccome la mia grazia è parte di me stesso, entrando nei cuori, essendo l’Essere mio attivissimo, i viatori ne possono fare un traffico dell’amore, e questo traffico ingrandisce le proprietà dell’amor mio, ed io ne sento tale un gusto e piacere che mancandomi ne resterei amareggiato. Ecco perciò che senza il tuo amore, l’amore di tutto il cielo non mi renderebbe appieno contento; e tu sappi ben trafficare il mio amore, ché amandomi in tutto, mi renderai felice e contento”.

Chi può dire quanto sono rimasta stupita nel sentire ciò e quante cose comprendevo su questo amore! Ma la mia lingua si rende balbuziente, perciò faccio punto.

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