Libro di Cielo - Volume 4°

Settembre 14, 1900 (6)

Gesù versa [nell'anima] per placare la sua giustizia. L’eroismo della vera virtù.

Questa mattina il mio adorabile Gesù non veniva, onde dopo molto aspettare si faceva vedere da dentro il mio interno, che facendosi appoggio del mio cuore, cingeva le sue braccia d’intorno e poggiava la sua sacratissima testa tutto afflitto, serio, in modo che t’imponeva silenzio, e voltato di spalle al mondo. Dopo essere stati qualche poco in muto silenzio, perché l’aspetto in cui si mostrava non faceva ardire di dire una parola, si è tolto da quella posizione e mi ha detto:

“Avevo risoluto di non versare, ma son giunte a tal punto le cose, che se non versassi scoppierebbero immantinente tali fracassi, da muovere rivoluzione da farne stragi sanguinolente”.

Ed io: “Sì, Signore, versate, questo è l’unico mio desiderio, che sfogate sopra di me l’ira vostra, e risparmiate le creature”. Così ha versato un poco. Dopo poi, come se si fosse sollevato ha soggiunto:

“Figlia mia, come agnello mi feci condurre al macello e stetti muto innanzi a chi mi sacrificò, così sarà di quei pochi buoni di questi tempi; ma però questo è l’eroismo della vera virtù”.

Di nuovo ha soggiunto: “Ho versato, sì, ho versato; vuoi tu che versi un altro poco, così mi alleggerisco di più?”

Ed io: “Signor mio, non me lo domandate neppure, sono a vostra disposizione, potete fare di me ciò che volete”. Così ha versato di nuovo e mi è scomparso lasciandomi sofferente, e contenta per il pensiero che avevo alleggerito le pene del mio diletto Gesù.

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