Libro di Cielo - Volume 3°

 Febbraio 4, 1900 (34)

Lo scoraggiamento e la sconfidenza rendono l’anima moribonda.

Trovandomi in uno stato pieno di scoraggiamento, specialmente per la privazione del mio sommo Bene, questa mattina, facendosi vedere quando appena, mi ha detto: “Lo scoraggiamento è un umore infettivo che infetta i più bei fiori ed i più graditi frutti e penetra fin al fondo della radice, in modo che quell’umore infettante, invadendo tutto l’albero, lo rende appassito, squallido, e se non vi [si] pone rimedio con l’innaffiarlo con l’umore contrario, siccome quell’umore cattivo si è introdotto fin nella radice, dissecca la radice e fa cadere l’albero per terra. Così succede all’anima che s’imbeve di quel­l’umore infettivo dello scoraggiamento”.

Con tutto ciò io mi sentivo ancor scoraggiata, tutta rannicchiata in me stessa e mi scorgevo tanto cattiva che non ardivo slanciarmi verso il dolce Gesù. La mia mente era occupata [dal pensiero] che per me era inutile di più sperare[1] come prima le continue visite di lui, le sue grazie, i suoi carismi; tutto per me era finito. E lui quasi sgridandomi ha soggiunto: “Che fai? Che fai? Non sai tu che la sconfidenza rende l’anima moribonda? Che pensando che deve morire non pensa più a nulla, né ad acquistare né a mettere a traffico la grazia né ad abbellirsi di più né quasi a porvi rimedio ai suoi malori; non pensa altro [se non] che per lei è finito; e non solo rende l’ani­ma moribonda, ma tutte le virtù la sconfidenza le rende vicine a spirare”.

Ah, Signore, m’immagino di vedere questo spettro della sconfidenza squallido, macilente, pauroso, tutto tre­mante, e tutta la sua maestria, non con altro congegno, ma con la paura, conduce le anime alla tomba. Ma quel ch’è più [è] che questo spettro non si mostra nemico, che l’anima può schernirsi della sua paura, ma si mostra amico e s’infiltra tanto segretamente nell’anima che se l’anima non sta attenta, parendole amico fedele che agonizza insieme e giunge a morire insieme, difficilmente si saprà liberare dalla sua artificiosa maestria.



[1] di più sperare, cioè sperare ancora

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