Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.
Prigionia di Gesù
TREDICESIMA ORA
dalle 5 alle 6 del mattino
O Signor mio Gesù Cristo, prostrata alla tua divina presenza, supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh! dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre ora medito la Tredicesima Ora, dalle 5 alle 6 del mattino.
E per quelle che non posso meditare, ti offro la volontà che avrei di farle, e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.
Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa intenzione, e fa che sia di profitto per me e per molti come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare. Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della preghiera mi chiami all’unione con te, e per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo amore; e stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio.
Mio prigioniero Gesù, mi son destata e non ti trovo. Il cuore mi batte forte forte, smania d’amore. Dimmi, dove sei? Angelo mio, portami alla casa di Caifa. Ma, giro e rigiro, frugo dappertutto e non ti trovo. Amor mio, presto, con le tue mani muovi le catene con cui tieni legato il mio cuore al tuo e tirami a te, affinché possa prendere il volo per venirmi a gettare nelle tue braccia. E tu, Amor mio, ferito dalla mia voce e volendo la mia compagnia già mi attiri e vedo che ti hanno messo in prigione. Il mio cuore, mentre esulta di gioia nel trovarti, sento che è ferito dal dolore, vedendo lo stato in cui ti hanno ridotto. Ti vedo con le mani legate all’indietro ad una colonna, stretti e legati i piedi; il volto santissimo contuso, gonfio e sanguinante per gli orribili schiaffi ricevuti. I tuoi santissimi occhi sono lividi, la tua pupilla è stanca e mesta per la veglia, i tuoi capelli sono tutti in disordine, la tua santissima persona è tutta pesta e, per giunta, tu non puoi aiutarti e pulirti perché sei legato. Ed io, o mio Gesù, in un singhiozzo di pianto, abbracciandomi ai tuoi piedi, ti dico: “Ahimè, come sei ridotto, o Gesù!”.
E Gesù, guardandomi, mi risponde:
“Vieni, o figlia mia, e stai attenta a tutto ciò che vedi fare da me, per farlo insieme con me, onde poter continuare la mia vita in te”.
Ed ecco, con mio stupore vedo che invece d’occuparti delle tue pene, con un amore indescrivibile pensi a glorificare il Padre, per rifarlo di ciò che siamo obbligati, e chiami tutte le anime intorno a te, per prendere tutti i loro mali su di te e dare a loro tutti i beni. E siccome siamo già all’albeggiare del giorno, sento la tua voce dolcissima che dice:
“Padre santo, grazie ti rendo di tutto ciò che ho sofferto e di quello che mi resta da soffrire. E come quest’alba chiama il giorno ed il giorno fa sorgere il sole, così l’alba della grazia spunti in tutti i cuori, e facendosi giorno, io, sole divino, possa sorgere in tutti i cuori e regnare su tutti. Vedi, o Padre, queste anime? Ed Io voglio risponderti per tutti, per i loro pensieri, parole, opere e passi, a costo di sangue e di morte”.
Mio Gesù, Amore senza confini, a te mi unisco e anch'io ti ringrazio di quanto mi hai fatto soffrire e per quello che mi rimane da soffrire, e ti prego di far spuntare in tutti i cuori l’alba della grazia, perché tu, sole divino, possa risorgere in tutti i cuori e regnare su tutti.
Mio dolce Gesù, vedo ancora che tu ripari tutte le primizie dei pensieri, degli affetti e delle parole che al principio del giorno non sono offerti a te per darti onore, e richiami in te, come in rassegna, i pensieri, gli affetti e le parole delle creature, per riparare e dare al Padre la gloria che gli devono.
Mio Gesù, Maestro divino, giacché in questa prigione abbiamo un’ora libera, ed essendo soli, voglio fare non solo ciò che fai tu, ma ripulirti, aggiustarti i capelli e fondermi tutta in te. Perciò mi avvicino alla tua santissima testa, e, riordinandoti i capelli, voglio ripararti per tante menti stravolte e piene di terra, che non hanno un pensiero per te, e, fondendomi nella tua mente, voglio riunire in te tutti i pensieri delle creature e fonderli nei tuoi pensieri, per trovare sufficiente riparazione per tutti i pensieri cattivi, per tanti lumi e ispirazioni soffocate. Vorrei fare di tutti i pensieri uno solo coi tuoi, per darti vera riparazione e perfetta gloria.
Mio afflitto Gesù, bacio i tuoi occhi mesti e pregni di lacrime, che avendo le mani legate alla colonna non puoi asciugarli né toglierti gli sputi con cui ti hanno imbrattato; e siccome la posizione in cui ti hanno legato è straziante, non puoi chiudere i tuoi occhi stanchi per prendere riposo. Amor mio, quanto volentieri vorrei farti da letto con le mie braccia per darti riposo, e voglio asciugarti gli occhi, e chiederti perdono e ripararti le quante volte non abbiamo avuto la mira di piacerti e di guardarti per vedere che volevi da noi, che cosa dovevamo fare e dove volevi che andassimo. E voglio fondere i miei occhi e quelli di tutte le creature nei tuoi, per poter riparare coi tuoi stessi occhi tutto il male che abbiamo fatto con la vista.
Mio pietoso Gesù, bacio le tue santissime orecchie stanche dagli insulti di tutta la notte e, molto più dall’eco di tutte le offese delle creature, che si ripercuote nel tuo udito. Ti chiedo perdono e riparo per quante volte ci hai chiamato e siamo stati sordi o abbiamo fatto finta di non ascoltarti, e tu, stanco mio Bene, hai ripetute le chiamate, ma invano. Voglio fondere le mie orecchie e quelle di tutte le creature nelle tue, per fare una continua e completa riparazione.
Innamorato mio Gesù, bacio il tuo volto santissimo, tutto illividito dagli schiaffi. Ti domando perdono, e riparo per quante volte tu ci hai chiamato per tue vittime di riparazione, e noi, unendoci coi tuoi nemici, ti abbiamo dato schiaffi e sputi. Mio Gesù, voglio fondere il mio volto nel tuo, per restituirti la tua natia bellezza e darti intera riparazione per tutti i disprezzi che si fanno alla tua santissima maestà.
Amareggiato mio Bene, bacio la tua dolcissima bocca, addolorata dai pugni e riarsa dall’amore. Voglio fondere la mia lingua e quelle di tutte le creature nella tua, per riparare con la tua stessa lingua tutti i peccati e discorsi cattivi che si fanno. E voglio, assetato mio Gesù, unire tutte le voci in una con la tua, per fare che, quando stanno per offenderti, scorrendo la tua voce in quelle delle creature, possa soffocare le voci del peccato e cambiarle in voci di lode e di amore.
Incatenato Gesù, bacio il tuo collo, oppresso da pesanti catene e da funi, che, scorrendo dal petto fin dietro le spalle e passando dalle braccia, ti tengono stretto stretto legato alla colonna. Già le tue mani sono gonfie ed annerite dalla strettezza delle legature, e da più parti sprizzano sangue. Permettimi, legato mio Gesù, che ti sciolga e, se ami di essere legato, che ti leghi con le catene dell’amore, che essendo dolci, invece di farti soffrire, ti raddolciranno. E, mentre ti sciolgo, voglio fondermi nel tuo collo, per poter riparare insieme con te tutti gli attaccamenti e dare a tutti le catene del tuo amore.
Voglio fondermi nel tuo petto, per poter riparare tutte le freddezze e così riempire il petto di tutte le creature del tuo fuoco, che vedo che ne contieni tanto che non puoi contenerlo. Voglio fondermi nelle tue spalle, per poter riparare tutti i piaceri illeciti e l’amore alle comodità, per dare a tutti lo spirito di sacrificio e l’amore al patire. Voglio fondermi nelle tue mani, per riparare tutte le opere cattive e il bene fatto malamente e con presunzione, per dare a tutti il profumo delle tue opere. Fondendomi nei tuoi piedi, chiudo tutti i passi delle creature per ripararli e dare a tutti i tuoi passi per farli camminare santamente.
Ed ora, dolce Vita mia, permettimi che, fondendomi nel tuo cuore, racchiuda tutti gli affetti, i palpiti e i desideri, per ripararli insieme con te, e a tutti dia i tuoi affetti, palpiti e desideri, affinché nessuno più ti offenda.
Ma ora sento nelle mie orecchie lo scricchiolio della chiave: sono i tuoi nemici che vengono a scarcerarti. Gesù, io tremo, mi sento agghiacciare. Tu sarai di nuovo nelle mani dei tuoi nemici. Che ne sarà di te?
Mi pare di sentire anche lo scricchiolio delle chiavi dei tabernacoli: quante mani profanatrici vengono ad aprirli, e forse per farti scendere in cuori sacrileghi! In quante mani indegne sei costretto a trovarti! Mio prigioniero Gesù, voglio trovarmi in tutte le tue prigioni d’amore, per essere spettatrice quando i tuoi ministri ti sprigionano e per farti compagnia e ripararti le offese che puoi ricevere.
Vedo che i tuoi nemici son vicini, e tu stai salutando il sole nascente, l’ultimo dei tuoi giorni; ed essi, sciogliendoti e vedendoti tutto maestà e che li guardi con tanto amore, per ricambio ti scaricano sul volto schiaffi sì forti da farlo arrossare col tuo preziosissimo sangue.
Amor mio, prima di uscire dalla prigione, nel mio dolore ti prego di benedirmi, per ricevere forza per seguirti nel resto della tua passione.
Gesù in prigione, legato ad una colonna ed immobilizzato, è imbrattato di sputi e di fango. Egli cerca l’anima nostra perché gli faccia compagnia. E noi, siamo contenti di starci soli con Gesù, oppure cerchiamo la compagnia delle creature? L’unico nostro respiro, l’unico nostro palpito non è Gesù solo?
L’amante Gesù, per averci somiglianti a lui, lega le anime nostre con le aridità, con le oppressioni, con i dolori e con qualunque altra specie di mortificazione. E noi, siamo contenti di farci legare da Gesù in quella prigione in cui il suo amore ci mette, cioè oscurità, oppressioni ed altro? Gesù è in prigione. Sentiamo in noi la forza e la prontezza d’imprigionarci in Gesù per amor suo?
L’afflitto Gesù sospirava l’anima nostra per essere slegato e sostenuto nella dolorosa posizione in cui si trovava. E noi, sospiriamo che solo Gesù venga a farci compagnia, a scioglierci dalle catene di ogni passione e farci legare con catene più forti nel suo cuore? E le nostre pene le mettiamo in corteggio intorno al penante Gesù, per allontanargli gli sputi e il fango che i peccatori gli mandano? Gesù, in prigione, prega. E la nostra preghiera è costante con Gesù?
Incatenato mio Gesù, tu ti sei fatto prigioniero per amor mio, ed io ti prego d’imprigionare in te la mente, la lingua, il cuore, tutta me stessa, perché io non abbia libertà alcuna e tu abbia assoluta padronanza su di me.
Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuta. Mi parve di vederti angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime. Ho cercato di seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni, sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.
Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti. Grazie e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza e offesa che hai sopportato. Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un Grazie e un Ti benedico.
Deh, o Gesù, fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!
Deh, o Gesù, stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso di te! Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai tu stesso per me. Ed io, fin d’ora, lascio i miei pensieri in te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gl’insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.
Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni, resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te, non è vero? I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con te. Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all'unione te.
Deh, mio Gesù! Dammi il bacio del divino amore, abbracciami e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.
fonte audio: www.donleonardomariapompei.it